Disney e Charter: la rivoluzione digitale che sta sconvolgendo il mondo
La televisione via cavo sta vivendo un momento di crisi senza precedenti. Non è da sorprendere che il Wall Street Journal, anche dopo l’arrivo di Rupert Murdoch, abbia usato un linguaggio così forte per descrivere la situazione attuale. I numeri parlano da soli: Comcast, il principale operatore americano, ha perso sei milioni di abbonati tra il 2020 e oggi, mentre YouTube TV ne ha guadagnati quattro. Questo trend negativo è iniziato nel 2012, quando Netflix ha lanciato la serie “House of Cards”, e da allora i clienti hanno continuato a diminuire ogni anno (nel primo trimestre di quest’anno sono diminuiti del 7%). Ma il vero colpo di grazia è arrivato quando i grandi colossi dell’intrattenimento come Warner Bros Discovery e Paramount hanno iniziato a offrire i loro contenuti in streaming, compresi quelli di maggior valore come le notizie e lo sport.
In questa battaglia per la supremazia dello streaming, si sta svolgendo uno scontro tra la Disney e la Charter Communications, la seconda più grande società di telecomunicazioni e media negli Stati Uniti. A prima vista, sembrerebbe una questione di denaro (la Charter paga alla Disney oltre due miliardi di dollari all’anno), ma in realtà è solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Ogni anno, i produttori di contenuti e i distributori via cavo si scontrano per stabilire le tariffe, e queste trattative sono sempre molto complesse.
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