Elly Schlein al Festival di Open: L’importanza delle leadership femministe

Le critiche rivolte a Elly Schlein negli ultimi mesi sono state in parte legate al fatto che sia una donna, ammette la leader del Partito Democratico (PD) durante un’intervista al Festival di Open a Parma. Tuttavia, la strada per Schlein è stata difficile fin dall’inizio, dopo la sua vittoria alle primarie del PD. Nonostante ciò, il PD è riuscito a rimettersi in gioco e a coinvolgere il popolo attraverso le primarie. Schlein afferma che hanno dimostrato che il PD non è morto, come molti avevano previsto.

Schlein ritiene che l’Italia abbia bisogno di leadership femminili e, in particolare, di una leadership femminista che contrasti il patriarcato. Critica Giorgia Meloni, affermando che ha indebolito le condizioni delle donne limitando l'”opzione donna” e la politica per i nidi. Schlein sostiene che non serve una premier donna se non migliora le condizioni delle donne e chiede a Meloni di fare di più.

Schlein fa autocritica riguardo al passato del PD e alle ragioni delle sconfitte e sostiene che il partito deve cambiare e mobilitarsi sul territorio. Afferma che il PD ha perso le elezioni perché non è stato vicino alle persone e non ha avanzato proposte semplici sulla redistribuzione delle opportunità, delle ricchezze, dei saperi e del tempo delle persone.

Schlein ritiene che uno degli errori storici del PD sia stato quello di non riformare la legge Bossi-Fini, che ha creato problemi all’Italia. Riguardo all’immigrazione, propone di partire dall’Unione Europea e chiedere una riforma delle regole di Dublino per avere un meccanismo di condivisione obbligatoria tra tutti i Paesi UE.

Schlein risponde diplomaticamente alla domanda se si sente più radicale o di sinistra, affermando di sperare di essere popolare nelle sue proposte. Tuttavia, difende le battaglie di sinistra come il salario minimo, la salute pubblica e la scuola pubblica, sostenendo di essere orgogliosa di essere di sinistra.

Infine, Schlein si esprime sulla guerra in Ucraina, affermando che nel PD non si può perdere l’aspirazione alla pace. Sostiene che sia necessaria un’Unione Europea più forte per contribuire agli sforzi diplomatici e politici per porre fine alla guerra.

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