L’efficacia limitata di Meloni in Europa sulla questione migranti

La solidarietà mostrata da Giorgia Meloni nasconde la vera situazione dietro le quinte. La leader di Fratelli d’Italia si aggrappa a dichiarazioni di vicinanza per dimostrare un “cambio di paradigma”. Ma il fatto che dobbiamo ancora commentare la terza “rivoluzione copernicana” sull’immigrazione, ora che Meloni è a Palazzo Chigi, dimostra quanto siano vuote queste “svolte”. Durante il Consiglio dei Ministri, la premier ha rivendicato il “sorprendente piano in dieci punti proposto da Ursula von der Leyen”, che in realtà è solo una riproposizione di progetti che Bruxelles ha già adottato in passato, spesso senza grande successo, per la gestione dei migranti. Questo entusiasmo infondato è lo stesso che Meloni ha mostrato dopo aver ottenuto, nelle conclusioni del Consiglio europeo di febbraio, la ripetizione di impegni già presi in passato, ma rimasti in sospeso. “Un passo decisivo nel riconoscimento delle frontiere marittime”, ha esultato allora la premier. Ma sette mesi dopo, siamo di nuovo qui. Ad ascoltare la diplomazia di Palazzo Chigi che illustra gli sforzi fatti per far sì che il tema dell’immigrazione venga inserito nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo a Granada il 6 ottobre. Ma sembra solo un aggiornamento per fare il punto, secondo quanto affermato da Madrid.

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