Alessia Pifferi: La mia esperienza nell’accudire mia figlia Diana come una mamma

Oggi si è svolto l’interrogatorio per Alessia Pifferi, una donna accusata di omicidio volontario pluriaggravato per aver lasciato morire di stenti nella sua culla la figlia Diana, di soli 18 mesi. Durante l’interrogatorio, la 37enne ha spiegato di aver accudito la bambina come una madre accudisce un figlio: le dava da mangiare, la cambiava, se stava male contattava l’ospedale, la cresceva, le dava da mangiare e bere per sopravvivere.

Nella sua testimonianza, ha raccontato la nascita improvvisa della piccola Diana nel bagno dell’abitazione del suo allora compagno, conosciuto su un sito di incontri. Alessia non sapeva di essere incinta e la bambina è nata prematura. È stata ricoverata in incubatrice per un mese e mezzo presso l’ospedale di Bergamo. Non è stato facile per Alessia essere una ragazza madre, ma non ha avuto problemi ad accettare la situazione.

Alessia ha anche raccontato di aver detto a sua madre di essere incinta e di non sapere chi fosse il padre, e ancora oggi non lo sa. Ha ricostruito i primi mesi trascorsi con la figlia, alternando la sua residenza tra la provincia di Bergamo, dove viveva il suo ex compagno che considerava Diana un intralcio nonostante le sue parole d’amore, e l’abitazione di via Carlo Parea a Milano, dove Diana è morta il 20 luglio 2022.

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