Censimento del cervo: Esplorando la biodiversità in volo

Oltre 550 volontari, cacciatori e studenti si sono riuniti nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in Toscana ed Emilia-Romagna, per uno degli eventi di gestione faunistica più grandi d’Europa: il censimento annuale della popolazione di cervi nel parco. Questa popolazione di cervi è stata reintrodotta nel parco nella metà del XIX secolo e ripopolata dopo la Seconda Guerra Mondiale, ed è ora una delle più importanti dell’Appennino. La collaborazione tra Federparchi e Fondazione Una ha contribuito ad aumentare la consapevolezza sull’importanza della gestione della biodiversità.

Entrambi gli enti credono nella caccia come un’attività sostenibile e responsabile, che mira alla preservazione della biodiversità e si distanzia dal bracconaggio. La partecipazione dei cacciatori come volontari al censimento rientra nel loro ruolo di “Paladini del Territorio”, custodi degli equilibri naturali e faunistici. Questo approccio permette di definire il numero di cervi presenti nel parco attraverso il metodo “al bramito”, che consiste nell’ascoltare i richiami dei cervi maschi adulti per determinare il numero di individui presenti.

Il censimento di quest’anno si è svolto tra il 21 e il 23 settembre e ha permesso di mappare la popolazione di cervi e la sua presenza nei boschi. La collaborazione tra il parco e i cacciatori ha reso possibile coinvolgere quasi 600 persone nel censimento. Questo è un esempio concreto di come la tutela della biodiversità possa essere attuata attraverso la gestione di parchi nazionali. Per scoprire queste modalità, è stato creato il progetto “Biodiversità in Volo” da Fondazione Una in collaborazione con Federparchi. Questo progetto ha già coinvolto diversi parchi nazionali italiani e ha l’obiettivo di mettere in evidenza le modalità attraverso cui si lavora per la tutela della biodiversità.

Renata Briano, presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Una, sottolinea che il censimento organizzato ogni anno nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e le altre attività svolte nel parco sono ottimi esempi di gestione virtuosa di un patrimonio faunistico prezioso.

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