Messina Denaro: Il suo viaggio finale verso Castelvetrano

Domani mattina, al cimitero di Castelvetrano, verrà sepolta la salma di Matteo Messina Denaro, che è morto lunedì notte all’ospedale de L’Aquila. Matteo era malato di cancro dal 2020 e le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi mesi. Nel suo testamento biologico ha scritto di non volere accanimento terapeutico e alimentazione forzata, quindi venerdì è entrato in coma irreversibile e non gli è più stato somministrato il cibo. La nipote e legale, Lorenza Guttadauro, ha scelto una cassa in cedro per la bara, che è stata portata via dall’ospedale in serata. Nel pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sul corpo del boss, su disposizione delle procure di Palermo e de L’Aquila. L’esame ha confermato che la morte è avvenuta per cause naturali. Poco dopo, sono stati rilasciati il permesso di sepoltura e il dissequestro della salma, e la bara è stata caricata su un carro funebre proveniente da Castelvetrano. Sarà un lungo viaggio, l’ultimo del boss, che si concluderà al cimitero del paese di origine della famiglia.

La Questura di Trapani ha vietato i funerali pubblici e ha stabilito regole rigide per la cerimonia. Solo pochi familiari potranno assistere alla sepoltura, tra cui le sorelle Giovanna e Bice, il fratello Giovanni e la figlia Lorenza, che è stata riconosciuta da poco. Non ci sarà la madre, che è invalida da anni. Le esequie dovrebbero concludersi entro le sette del mattino. Non ci saranno funerali religiosi, poiché la Chiesa vieta di celebrarli per i mafiosi. Il vescovo di Mazara del Vallo, Giurdanella, ha ribadito questa posizione, dicendo che la Chiesa sta dalla parte delle vittime e della giustizia. Sarà difficile che un prete benedica la salma, considerando le volontà espresse da Matteo stesso in un vecchio appunto, in cui ha rifiutato esplicitamente le esequie cattoliche. Domani, quindi, davanti a pochi familiari (molti parenti, come le sorelle Patrizia e Rosalia, tre cognati e il nipote Francesco Guttadauro, sono in carcere), si concluderà la vita dell’ultimo grande latitante di Cosa Nostra.

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