“Casal di Principe commemora Francesco, vittima del clan: un ricordo che unisce le generazioni”

Il sindaco di Casal di Principe Renato Natale all'inaugurazione del centro di eccellenza per pazienti mentali sorto nella villa appartenuta a Walter Schiavone, Casal di Principe (Caserta), 30 gennaio 2017. ANSA/CESARE ABBATE

Il 30 settembre 1973, un tragico evento ha segnato la storia di Casal di Principe. Francesco Aversano, un bambino di soli 9 anni, è stato ucciso da un proiettile vagante sparato da camorristi. Questo è stato il primo omicidio di matrice camorristica, che ha aperto la strada a centinaia di morti e decine di vittime innocenti per mano di una camorra potente e oppressiva.

A cinquant’anni di distanza, la città vuole ricordare Francesco con una targa di marmo che sarà apposta sul luogo del delitto, venerdì 29 settembre, dal sindaco Renato Natale. Saranno presenti anche i bambini di oggi, perché è importante che comprendano la storia e le conseguenze di questi atti di violenza. Inoltre, ci sarà un corteo che si dirigerà verso il Parco giochi dedicato a Francesco, che si trova all’interno di un bene confiscato. Durante questo momento di riflessione, si ricorderà che il piccolo Francesco non è mai stato riconosciuto dallo Stato come vittima innocente.

Il sindaco Natale, nel parlare di questo tragico evento, sottolinea che l’omicidio di Francesco è stato solo l’inizio di una serie di crimini camorristici che hanno insanguinato le strade della città. Tuttavia, la comunità non è rimasta inerte e in silenzio. Inizialmente pochi, ma poi sempre più numerosi, hanno combattuto per liberarsi dal dominio di questa dittatura criminale. La visita del Presidente della Repubblica lo scorso marzo, in occasione del ricordo di don Peppe Diana, ha rappresentato una certificazione della rinascita e del riscatto della città.

Il sindaco vuole che si ricordi Francesco, affinché nessuna madre debba mai più piangere la perdita di un figlio per mano di questa prepotenza criminale. Natale cita anche le parole di Suor Adelia, una donna coraggiosa che ha guidato una marcia contro la camorra nel 1988. Suor Adelia ha descritto il terribile momento in cui vide Francesco cercare di aggrapparsi al cancello per ripararsi, con la mano insanguinata. Ma quei tempi sono passati e il paese può finalmente esprimere tutte le sue potenzialità riprendendo la sua dignità.

La cultura è cambiata e bisogna continuare su questa strada, perché negli ultimi anni si è fatto tanto. È necessario che tutte le persone di buona volontà si uniscano per tenere fuori chi vuole fare solo del male. Casal di Principe sta lottando per il proprio riscatto e per un futuro migliore, in cui tragedie come quella di Francesco non abbiano mai più a verificarsi.

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