Non aderire alle terapie: un rischio per la salute secondo i cardiologi

La mancata aderenza alla terapia è un grave rischio per la salute del cuore. Circa il 50% dei pazienti non assume i farmaci necessari e non beneficia degli effetti positivi delle terapie salvavita. Questo dato è estremamente preoccupante, specialmente quando si parla di malattie cardiovascolari come il colesterolo alto e l’ipertensione. È fondamentale educare e informare i pazienti affinché siano consapevoli dei rischi che corrono. Ma è altrettanto importante che tutti gli attori del settore sanitario, a partire dai medici di medicina generale, facciano la loro parte.

Queste sono le parole di Pasquale Perrone Filardi, un esperto di cardiologia e presidente della Società italiana di cardiologia (Sic). Ha sottolineato l’importanza di coinvolgere tutte le figure coinvolte nella catena dell’assistenza sanitaria per affrontare questo problema. Oggi, alla conferenza stampa organizzata da Novartis presso la Camera dei deputati in occasione della Giornata mondiale del cuore, hanno partecipato i principali esperti del settore, tra cui l’Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc) e la Fondazione italiana per il cuore (Fipc). A partire dal 30 settembre, offriranno gratuitamente misurazioni dei livelli di colesterolo in alcune piazze italiane. Apre la strada a questa iniziativa uno screening a porte chiuse presso la Camera, a cui hanno aderito circa 100 rappresentanti istituzionali e funzionari.

Secondo Perrone Filardi, l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di ridurre del 25% le morti causate da malattie non trasmissibili entro il 2025 è molto ambizioso. Riconosce il ruolo fondamentale delle malattie cardiovascolari, che sono la principale causa di morte in Italia e nei paesi occidentali. Tuttavia, grazie ai progressi nella ricerca sulle malattie cardiovascolari, disponiamo oggi di strumenti farmacologici e non farmacologici straordinari per la prevenzione, sia per coloro che non hanno mai avuto un evento cardiovascolare, sia per coloro che, purtroppo, l’hanno già subito. La parola chiave è prevenzione, che dovrebbe iniziare durante l’adolescenza e continuare per tutta la vita.

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