Il Cnel, presieduto da Renato Brunetta, danneggia il salario minimo: analisi per un pubblico di età compresa tra i 25 e i 60 anni
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) ha bocciato il salario minimo nel suo primo documento tecnico. Le linee d’azione saranno presentate il 12 ottobre e discusse dall’assemblea del Cnel. Il documento ha ricevuto il voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil. Il rappresentante della Uil ha spiegato di non aver votato perché non era opportuno approvare un documento che sanciva una spaccatura nel mondo sindacale.
Il documento approvato dal Cnel chiede lo sviluppo della contrattazione collettiva come risposta alla questione salariale per tutti i lavoratori. Si sottolinea che il tasso di copertura della contrattazione collettiva in Italia è vicino al 100%, superando l’80% richiesto da Bruxelles. I dati Istat del 2019 indicano che il salario medio orario è di 7,10 euro e quello mediano è di 6,85 euro, in linea con i parametri europei.
I sindacati hanno opinioni diverse sul salario minimo, con Cgil e Uil a favore di una soglia minima di 9 euro, mentre la Cisl è contraria per paura di un aumento del lavoro nero e di una riduzione delle retribuzioni medie.
Il segretario della Cgil ha definito l’emergenza salariale fondamentale e ha chiesto al governo di prendere posizione. Il presidente della commissione Lavoro della Camera ha detto di valutare proposte alternative al salario minimo garantito. Questo potrebbe ritardare l’iter della legge proposta dalle opposizioni alla Camera.
La segretaria del Pd ha dichiarato che continueranno la battaglia per un salario minimo, in quanto ci sono milioni di lavoratori che sono poveri nonostante lavorino. La ministra del Lavoro ritiene che la qualità della contrattazione sia più importante di un salario minimo.
Il presidente di Confindustria ha chiesto di affrontare seriamente questi temi e ha sottolineato che i contratti di Confindustria superano i 9 euro l’ora.