Saman: il fratello agitato e ansioso sotto pressione
L’apprensione e la rabbia del fratello di Saman per le ripetute pressioni ricevute dall’estero per ritrattare le sue dichiarazioni contro i propri familiari emergono da una testimonianza cruciale ascoltata dai carabinieri di Reggio Emilia. Una psicologa, informata sui fatti, ha riferito di aver visto il giovane pachistano “agitato, arrabbiato e preoccupato” a causa delle telefonate e dei messaggi ricevuti da parenti e familiari residenti a Londra o in Pakistan. Questi contatti cercavano di convincerlo a cambiare versione o a ritrattare le sue dichiarazioni, minacciando conseguenze gravi per la madre ancora latitante, Nazia Shaheen. La psicologa ha rivelato che i familiari hanno detto al ragazzo, minorenne al momento della scomparsa della sorella, che a causa della sua testimonianza “ci sono dei bambini che non sono mai potuti stare coi genitori”. Le pressioni continuavano con minacce di abbandonarlo se avesse raccontato la verità. Telefonate e messaggi continui, quasi quotidiani in certi periodi.