Raffaella Carrà: l’icona della moda e del mito che ha segnato un’epoca
Un omaggio a una donna unica
Raffaella Carrà, la dolce e visionaria artista che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, sarà protagonista di una biografia curata dal critico d’arte e moda Massimiliano Capella, con la direzione artistica di Sergio Iapino. Il libro, arricchito da immagini inedite, sarà disponibile in libreria a partire dal 17 novembre e verrà presentato il giorno successivo durante l’evento BookCity Milano, presso la libreria Feltrinelli di piazza Piemonte. Durante l’incontro, l’autore dialogherà con Sergio Iapino, svelando dettagli e aneddoti sulla vita e la carriera di Raffaella Carrà.
L’arte di unire semplicità e rigore
Sergio Iapino, nella prefazione del libro, descrive Raffaella Carrà come una donna forte, indipendente e di grande cuore. L’autore sottolinea come la Carrà fosse in grado di unire semplicità e rigore, divertimento e lavoro. Un elemento fondamentale nella carriera di Raffaella sono stati gli abiti di scena, che ha contribuito attivamente a definire. I costumi erano per lei un gioco molto serio, consapevole dell’impatto che avevano sulla coreografia e sul pubblico. Raffaella Carrà era consapevole di essere diventata un’icona internazionale, ma non ne faceva una bandiera. Ciò che amava sottolineare era il suo essere una donna che aveva raggiunto traguardi importanti in un mondo dominato dagli uomini, rivendicando con orgoglio la sua italianità.
Raffaella Carrà: un’icona senza tempo
La biografia dedicata a Raffaella Carrà racconta il suo stile e come sia cambiato nel corso degli anni, in sintonia con le rivoluzioni artistiche e di costume della società contemporanea. La sua versatilità e riconoscibilità hanno permesso a Raffaella di superare le barriere generazionali e professionali. Come le grandi icone americane immortalate da Andy Warhol, Raffaella Carrà è diventata immortale e si colloca fuori dal tempo. La sua immagine rappresenta libertà, emancipazione e talento. Il suo caschetto biondo e liscio, la sua risata contagiosa e la sua immagine familiare l’hanno trasformata in un simbolo di modernità e indipendenza, ispirando le donne che cercavano di emanciparsi negli anni ’60 e ’70.
Articolo tratto da ANSA