Addio a Rosa Scafa, la prima donna poliziotto: un pioniere scomparso a 98 anni

È morta Rosa Scafa, la prima donna poliziotto. La Polizia di Stato ha descritto la sua “passione al servizio della comunità” sul suo sito web. “Ci ha lasciato a 98 anni una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia”, si legge.

Rosa Scafa ha parlato di questa passione e del suo impegno in un’intervista all’Adnkronos nel maggio del 2010, in occasione del 158º anniversario della fondazione della Polizia. “Sono entrata nel 1951 perché avevo bisogno di lavorare, ma poi mi sono innamorata di questo lavoro”, ha detto. Nel corso degli anni ha avuto l’opportunità di passare ai ruoli civili e nel 1959 è diventata guardia di polizia. Solo successivamente è stata inquadrata come assistente di polizia. Durante l’intervista, ha lanciato un messaggio alle giovani donne poliziotto: “Lavorate prima di tutto con il cuore e poi con la mente. Trovate la forza di risolvere tutti i problemi che vi si pongono davanti mettendoci grande impegno e cercando di non deludere mai chi vi ha chiesto aiuto. Perché chi si rivolge alla polizia deve farlo con tranquillità e soprattutto con la certezza di essere aiutato. Non bisogna mai abbattersi: è importante essere preparati agli ostacoli e andare avanti. Possiamo dire che il lavoro del poliziotto non è come gli altri, ma è una missione. Serve soprattutto metterci il cuore”.

Rosa Scafa era nata a Vibo Valentia e risiedeva a Trieste. Era sposata con Filippo Furlan, nato a Trieste, Maresciallo del disciolto Corpo delle Guardie di P.S., morto nel 1995. Con 33 anni di servizio alle spalle, nel 1951 Rosa Scafa ha frequentato il 3° Corso Polizia Civile e al termine ha assunto la qualifica di Guardia della Polizia Civile di Trieste. Il 1° gennaio 1952 è stata assegnata alla “Squadra Buoncostume” della Polizia Civile di Trieste amministrata dal Governo Militare Alleato. Dopo alcuni mesi è stata trasferita all’ufficio casellario (archivio) e poi all’ufficio Personale Civile, dove ha prestato servizio fino al ritorno di Trieste all’Italia nel 1954. Con il passaggio definitivo di Trieste all’Italia, la Polizia Civile è stata sciolta e il personale femminile, tra cui Rosa Scafa, è stato smistato in vari uffici in attesa di sistemazione. Nel frattempo, è stata assegnata alla Biblioteca dell’Università e successivamente all'”Ufficio del bilancio e servizi contabili” del Commissariato di Governo. Nel 1960 è stata inviata a Roma (EUR), dove ha partecipato all’organizzazione dei corsi di formazione per la Polizia Femminile.

Nel 1961 ha frequentato il corso per Assistenti Polizia Femminile e al termine è stata inquadrata con la qualifica di “Assistente di Polizia di III^ classe”. Dopo il corso, è stata assegnata alla Questura di Milano, dove è rimasta dal 25 gennaio 1962 all’11 febbraio 1963, presso l’Ufficio Minori. Successivamente è stata trasferita alla Questura di Trieste e assegnata all’Ufficio Minori e, in seguito, all’Ufficio Assistenza Sociale, dove ha prestato servizio fino al suo pensionamento nel 1985. Durante la sua carriera, ha ottenuto diverse qualifiche come Assistente di Polizia di II^ classe, Assistente di Polizia di I^ classe, Assistente principale di Polizia e, per merito comparativo, quella di Assistente Capo di Polizia. Nel 1982 è stata inquadrata nella qualifica di Ispettore Capo del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato.

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