Agenda settimanale: dalla caro-energia al Nadef, anticipazioni sulla Manovra 2024
Il governo si prepara ad affrontare una settimana decisiva, con l’approvazione di misure per contrastare gli aumenti dei prezzi dell’elettricità e dei carburanti e la presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) venerdì. Tuttavia, il contesto economico incerto, con la crescita rallentata, lo spread in aumento, i ritardi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli oneri derivanti dal superbonus e la politica monetaria restrittiva della BCE, rendono difficile la pianificazione della manovra. Il governo stima che questa dovrebbe ammontare a circa 30 miliardi di euro, mentre le risorse attualmente disponibili sono solo 5,5 miliardi.
Tra le misure previste nel decreto legge, che sarà discusso lunedì in Consiglio dei ministri, vi sono la proroga degli aiuti per le bollette della luce e del gas, incluso il cosiddetto bonus bollette, l’introduzione del bonus benzina, che sarà caricato sulla social card ‘Dedicata a te’, l’applicazione dell’Iva al 5% sul gas e la fine del mercato tutelato per i clienti domestici, con particolare attenzione alla situazione delle persone vulnerabili.
La Nota di aggiornamento al Def potrebbe ridimensionare le stime sul Pil. La crescita è ostacolata da fattori interni come il rallentamento dei consumi e degli investimenti, la fine del superbonus e i ritardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche da fattori esterni come l’aumento dei tassi d’interesse della BCE, che comporta un aumento di circa 14-15 miliardi di euro nei costi di rifinanziamento del debito pubblico, e il rallentamento dell’economia europea, in particolare della Germania, e il conflitto in corso in Ucraina. Secondo le ultime stime dell’Istat, il Pil è diminuito dello 0,4% nel secondo trimestre, con una crescita prevista per il 2023 pari allo 0,7%, rispetto all’1% previsto nel Def di aprile. Per il 2024, il Def prevede una crescita del 1,5%. Per quanto riguarda il deficit, il governo ha previsto un livello del 4,5% del Pil nel 2023 e del 3,7% nel 2024, mentre per il debito pubblico le stime sono del 142,1% nel 2023 e del 141,4% nel 2024.
Per la stesura della manovra, il governo deve fare i conti con richieste che superano i 30 miliardi di euro. Il finanziamento della riduzione delle tasse sul lavoro costa 9 miliardi di euro, la prima fase della riforma fiscale, che prevede la fusione delle prime due aliquote, richiede 4 miliardi, sono necessari almeno 2 miliardi per la sanità, altri 4 miliardi per le famiglie e la natalità e 2 miliardi per confermare il pacchetto pensioni senza apportare modifiche. Inoltre, sono necessari 6 miliardi per spese indifferibili come le missioni di pace. Il mantenimento della tassazione agevolata sui premi di produttività e i fringe benefit fino a 3.000 euro costa 2 miliardi, mentre il rinnovo dei contratti nel settore pubblico richiede almeno 2 miliardi. Tuttavia, le risorse attualmente disponibili ammontano solo a 5,5 miliardi di euro, di cui 4 miliardi provenienti da una migliore performance attesa nel 2023 e 1,5 miliardi di tagli ai ministeri.