Caso chiuso: Uccisione e alimentazione di una vittima ai maiali

Dopo 24 anni, è stato chiuso il caso dell’omicidio di Virginia Mihai, la moglie di un allevatore di Velo d’Astico, Valerio Sperotto. I resti della donna sono stati trovati nella porcilaia dell’azienda di Sperotto. Nel 2017, gli archeologi forensi hanno scoperto un’unghia di un alluce di Mihai, dimostrando che l’assassino aveva fatto a pezzi il suo cadavere prima di sbarazzarsene.

Ora, il giudice per le indagini preliminari, Chiara Cuzzi, ha deciso di archiviare il caso, confermando la richiesta del pm. Non ci sono prove sufficienti per sostenere un processo contro la figlia di Sperotto, Arianna Sperotto, che era l’unica indagata per omicidio. Il gup ha riconosciuto che non ci sono elementi per sostenere l’accusa contro di lei, nonostante gli indizi che hanno collegato la scomparsa della donna a un omicidio seguito dalla distruzione del cadavere nella porcilaia.

Negli anni, il caso di Velo d’Astico si era arricchito di un’altra inquietante ipotesi: che la precedente moglie di Sperotto, Elena Zecchinato, avesse subito la stessa sorte. Nel 1988, la donna era scomparsa e gli esperti forensi avevano trovato presunti resti umani nella porcilaia, insieme a una motosega nascosta in una botola. Tuttavia, non è stato possibile identificare altre persone attraverso questi resti.

Quindi, dopo una lunga indagine, il caso dell’omicidio di Virginia Mihai si è chiuso senza un colpevole. Nonostante le prove che indicavano un coinvolgimento della figlia di Sperotto, non sono state trovate prove sufficienti per sostenere un processo. Resta comunque il mistero sulla scomparsa della precedente moglie di Sperotto, Elena Zecchinato, ma non ci sono elementi che possano portare a una conclusione definitiva.