Come la Germania intende esentare oltre 7.000 Pmi dalle norme sulla rendicontazione ecologica
La Germania sta cercando di influenzare la transizione ecologica dell’Unione europea in modo che sia più favorevole alle imprese del paese. Il governo tedesco vuole che l’Unione europea modifichi la definizione di piccola e media impresa, in modo da esentare molte aziende dalla rendicontazione di sostenibilità richiesta dalle norme dell’UE.
Attualmente, secondo il diritto europeo, un’impresa è considerata una PMI se ha meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo massimo di 50 milioni di euro o un totale di bilancio annuo entro i 43 milioni di euro. Il governo tedesco vuole aumentare il limite dei dipendenti da 250 a 500, per ridurre il carico burocratico sulle aziende.
Secondo un think tank della Commissione europea, questa modifica esenterebbe tra 7.500 e 8.000 aziende dall’obbligo di rendicontazione di sostenibilità recentemente adottato dall’UE.
Questa non è l’unica iniziativa della politica tedesca per alleggerire la burocrazia per le imprese, ma mette a rischio l’equilibrio tra i risultati economici e le politiche ambientali.
Ciò potrebbe ridurre l’impatto delle direttive sulla sostenibilità e penalizzare migliaia di aziende che si sono già adeguati agli standard di sostenibilità e rendicontazione.
Inoltre, c’è il timore che le industrie europee perdano competitività a causa delle nuove normative introdotte nell’ambito del Green Deal europeo.
La Germania ha già messo in discussione il progresso verde, come dimostra il fallimento del recente referendum a Berlino per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Il costo della transizione ecologica è stato uno dei principali motivi per cui molti cittadini hanno votato contro il referendum.
In definitiva, queste prese di posizione della Germania sollevano preoccupazioni sulla necessità di una transizione ecologica equa ed evitare disparità normative ed economiche tra i paesi dell’UE.