Come le nuove terapie hanno rivoluzionato il trattamento del scompenso cardiaco: le testimonianze dei volterrani (Itahfa)
Quando una persona tra i 25 e i 60 anni con insufficienza cardiaca si sente più stanca, senza voglia di lavorare o di svolgere le attività quotidiane, o si sente senza fiato, sta vivendo un episodio di peggioramento della sua condizione. Purtroppo, sappiamo che questi episodi significano che la malattia sta entrando in una fase pericolosa e potrebbe essere necessario un ricovero ospedaliero, oltre a una visita specialistica e un cambiamento nella terapia. Questo è stato spiegato dal professor Maurizio Volterrani, presidente dell’Italian Heart Failure Association (Itahfa) e direttore del Dipartimento di Scienze Cardiologiche e Respiratorie presso l’Irccs San Raffaele di Roma.
La necessità di modificare la terapia è un segnale di quello che chiamiamo “peggioramento dello scompenso cardiaco”, un termine più comune nella sua versione inglese, “Worsening heart failure”. Questa necessità indica che la malattia è in una fase di instabilità. Fortunatamente, ora abbiamo a disposizione nuovi farmaci che hanno cambiato la storia della malattia nei pazienti. In particolare, il vericiguat è indicato per i pazienti che mostrano segni di peggioramento nonostante il trattamento con tutti i farmaci disponibili, come confermato dai risultati dello studio Victoria.
Lo studio non solo ha dimostrato una significativa riduzione del numero di ricoveri e del rischio di morte nei pazienti con insufficienza cardiaca in fase di peggioramento, ma, ancora più importante, ha evidenziato che il farmaco è molto efficace nel migliorare la qualità di vita dei pazienti. Quindi, grazie a questo nuovo farmaco, i pazienti possono godere di una vita migliore nonostante la loro condizione.