Come monitorare i cervi attraverso il loro richiamo: un’analisi sulla biodiversità in volo
Nel parco delle Foreste Casentinesi, così ricco di alberi, è quasi impossibile avvistare i cervi che si nascondono tra la vegetazione. La loro presenza, però, può essere riconosciuta dal loro caratteristico bramito. Ogni anno, all’inizio dell’autunno, viene organizzato un censimento dei cervi, in cui 550 persone si mettono di notte ad ascoltare i bramiti e a registrare la loro posizione. Questo è solo uno degli esempi delle diverse modalità utilizzate per proteggere la biodiversità nei Parchi Nazionali italiani.
Per scoprire tutte queste modalità, è stato creato il progetto Biodiversità in Volo, realizzato dalla Fondazione Una – Uomo, Natura, Ambiente, in collaborazione con Federparchi. Durante il censimento nel parco delle Foreste Casentinesi, è stato evidenziato come la gestione della biodiversità sia fondamentale per mantenere un equilibrio delicato. “L’approccio scientifico dei censimenti è un esempio perfetto di come proteggere gli ecosistemi”, ha commentato Luca Santini, presidente di Federparchi.
Dopo aver registrato i bramiti, i dati vengono analizzati per calcolare il numero di cervi maschi in età riproduttiva. Questo è solo il primo passo per determinare il numero totale di cervi e la loro distribuzione per sesso ed età. Oltre 500 persone partecipano a questo censimento, provenienti da diverse parti d’Italia. “Sono persone molto diverse tra loro, come ricercatori, carabinieri, forestali, volontari e rappresentanti del mondo venatorio, ma lavorano tutte insieme per un unico obiettivo: conoscere questa popolazione di cervi”, spiega Andrea Gennai, direttore facente funzione del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.
Conoscere la popolazione di cervi è fondamentale per chi lavora nel parco. Non solo permette di monitorare gli esemplari di anno in anno, ma anche di valutare se le scelte gestionali adottate sono efficaci. “Il numero di cervi può variare in base alle azioni che compiamo e ai cambiamenti ambientali”, conclude Gennai. Monitorare nel tempo è quindi essenziale per una gestione intelligente e adeguata del parco.