Confindustria: Industria, inflazione e mutui – Previsioni inquietanti

Le prospettive economiche dell’Italia sono cupe, secondo il bollettino ‘Congiuntura flash’ del Centro Studi di Confindustria. Dopo la caduta nel secondo trimestre, il PIL italiano è previsto debole anche nel terzo trimestre, con prospettive poco migliori per il quarto trimestre. L’industria, la costruzione e i servizi sono in calo, mentre i tassi di interesse della BCE continuano a salire e il credito è in diminuzione insieme alla liquidità. Anche il costo dell’energia sta aumentando, con conseguenti effetti sui consumi e sugli investimenti. Inoltre, la domanda estera è debole.

La BCE ha deciso di aumentare i tassi a causa di un’inflazione troppo alta, anche se ha attenuato il tono su ulteriori mosse. Anche la Fed ha mantenuto invariato il tasso di interesse degli Stati Uniti a settembre, ma non esclude nuovi aumenti. I mercati ritengono possibili, ma non probabili, ulteriori aumenti negli Stati Uniti e nell’Eurozona, con i primi tagli previsti entro il 2024.

La situazione del credito è difficile, con un aumento dei costi per le imprese italiane e una diminuzione dei prestiti. Un numero crescente di imprese non riesce ad ottenere credito a causa di condizioni onerose e criteri di accesso più rigidi. Di conseguenza, la liquidità delle imprese si sta esaurendo, i pagamenti sono in ritardo e i vecchi prestiti si stanno deteriorando.

Anche nel settore dei servizi la situazione è negativa, con una fiducia delle imprese in calo a settembre. Nonostante il buon andamento del turismo, le vendite al dettaglio sono diminuite e la fiducia delle imprese si è ridotta. Anche l’industria ha subito una nuova caduta della produzione a luglio, soprattutto nel settore dei beni di consumo durevoli. Anche il settore edile ha registrato un forte calo.

Gli investimenti sono diminuiti nel secondo trimestre a causa delle costruzioni e degli impianti e macchinari. I consumi sono rimasti fermi nel secondo trimestre e la fiducia è diminuita nel terzo trimestre. I beni sono penalizzati rispetto ai servizi, con una diminuzione delle vendite al dettaglio e un ulteriore calo dell’indice dei prezzi al consumo.

Anche l’export è in calo sia nei mercati UE che in quelli extra-UE, a causa delle vendite deboli in Germania e negli Stati Uniti.

L’inflazione italiana è in calo, ma lentamente, con un tasso annuo del 5,3% a settembre. I prezzi dei beni e dei servizi rallentano, mentre i prezzi degli alimentari sono ancora alti a causa delle materie prime.

Per quanto riguarda i mutui, le famiglie italiane subiscono un aggravio di interessi a causa di una stretta sui tassi. Questo ha un impatto notevole, con un aumento degli interessi di 4,6 miliardi di euro all’anno. Questo peso riguarda principalmente le famiglie che hanno un mutuo a tasso variabile, che rappresentano il 4,9% delle famiglie italiane. Le famiglie che scelgono un mutuo variabile dovranno affrontare un aumento consistente della rata mensile. Anche il credito al consumo utilizzato per l’acquisto di beni durevoli viene colpito dall’aumento dei tassi.

In generale, la situazione economica in Italia è difficile, con conseguenze negative su consumi, investimenti e occupazione. La speranza è che i tassi di interesse si riducano nei prossimi anni per alleviare il peso sulle famiglie e stimolare la domanda.

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