Contratto medici: Rinnovo firmato con aumenti e novità

È stato raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale. La firma è avvenuta oggi a Roma presso l’Aran, al termine dell’incontro tra i sindacati di categoria e il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. Questo rappresenta l’ultimo passo per risolvere le diverse posizioni sui punti più complessi, in particolare l’orario di lavoro. Il testo è stato firmato da tutte le sigle sindacali e prevede un aumento di 289,30 euro medi lordi al mese.

Il rinnovo del contratto riguarda 130mila medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Il segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, si è detto soddisfatto dell’accordo raggiunto. Nonostante il quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai obsolete, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori di quelle attuali.

Grazie a questo accordo, sono stati ottenuti alcuni risultati “storici”. È stata eliminata la pratica delle ore “regalate” alle aziende, è stata assicurata la carriera ai dirigenti e il riposo, è stato garantito il pagamento delle ore extra e sono state definite le regole per i medici in formazione assunti nel Servizio sanitario nazionale. Inoltre, grazie al Decreto Calabria, questi medici potranno godere di diritti mai riconosciuti fino ad ora e non saranno più considerati dei “tappabuchi”. Infine, si è cercato di rendere il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari più normale, evitando che diventino dei medici globetrotter e definendo una sede di lavoro stabile.

Per quanto riguarda la parte economica, era chiaro sin dall’inizio che questo non sarebbe stato un contratto con cifre molto alte, a causa dei limitati fondi stanziati nella finanziaria degli ultimi due anni. L’aumento previsto ammonta a 289,30 euro medi lordi al mese, con arretrati al 31 ottobre 2023 che arrivano a una media di 10.757 euro lordi.

Questo accordo rappresenta un primo passo per cambiare l’idea del lavoro dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale, affinché venga sempre meno visto come una gabbia professionale. Ora sarà necessario agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate.

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