Corso di Ingegneria Quantistica: l’Italia risponde all’allarme dell’UE sul gap delle competenze digitali

L’Europa sta lanciando l’allarme sul divario delle competenze digitali, poiché entro il 2030 mancheranno 8 milioni di specialisti ICT nel continente, e anche l’Italia ha delle lacune da colmare, poiché metà dei cittadini non ha competenze digitali. Tuttavia, il nostro paese non sta rimanendo con le mani in mano. La prossima settimana, il Politecnico di Torino avvierà il primo corso di laurea magistrale italiano in Quantum Engineering, che sarà il quinto in Europa dopo Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e Francia. Il professore Matteo Cocuzza, del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, afferma che i tempi erano maturi per creare questa nuova laurea in Italia, poiché gli studenti stavano già andando all’estero per formarsi nelle tecnologie quantistiche. Questo corso di laurea risponde pienamente alle esigenze di formazione e competenze digitali. Anche altre importanti università italiane stanno lavorando per rispondere alle esigenze reali con i loro corsi di laurea mirati. Le tecnologie quantistiche esplorano il comportamento delle particelle subatomiche e l’informatica quantistica è una delle principali aree di interesse. I computer quantistici possono eseguire molti calcoli contemporaneamente, aprendo nuovi orizzonti nella lotta ai cambiamenti climatici, nella produzione di nuovi farmaci, nella lotta ai tumori e nello sviluppo di intelligenza artificiale. Il corso di laurea in Quantum Engineering del Politecnico di Torino formerà laureati con competenze multidisciplinari in matematica, fisica, elettronica e informatica, con sbocchi professionali in settori strategici come microelettronica, telecomunicazioni, sicurezza, difesa, aerospazio, energia, ambiente, biomedicale e servizi finanziari. Questo corso di laurea è stato creato per colmare il divario di competenze nel settore quantistico, che è già riconosciuto negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Il professore Cocuzza sottolinea l’importanza di un investimento ampio nella scuola e nelle famiglie per combattere il divario di competenze nelle materie STEM.

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