Covid Italia: Esperti analizzano l’impatto della variante Pirola sulla diffusione del virus
La variante Pirola, chiamata anche BA.2.86, è stata sequenziata poco prima dell’arrivo del nuovo vaccino anti-Covid in Italia. Questa variante ha una “spike” diversa da tutte le altre varianti Omicron, con più di 35 mutazioni. Ciò potrebbe significare che potrebbe infettare anche coloro che sono guariti dalla malattia o che sono stati vaccinati. Tuttavia, l’interesse della comunità scientifica è capire se questa variante è più contagiosa e trasmissibile. Non è certo che la Pirola possa causare un grande numero di casi, come è accaduto con la variante Eris.
Secondo Marco Falcone, infettivologo e segretario della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit), è importante monitorare attentamente la diffusione di questa variante per capire se rimarrà limitata al 5-10% delle infezioni o se diventerà predominante. Al momento, però, non ci sono motivi per pensare che abbia un impatto clinico diverso dalle altre varianti e che possa causare una forma più grave di Covid-19.
Indipendentemente dalla variante che circola, Falcone sottolinea l’importanza che i soggetti fragili, gli anziani e i malati oncologi ed ematologici si sottopongano al vaccino aggiornato a XBB. Questo vaccino rappresenta una stimolazione e un potenziamento degli anticorpi necessari per affrontare l’autunno. Anche se queste persone potrebbero infettarsi, non svilupperanno una forma grave della malattia. I vaccini rimangono efficaci anche contro le nuove varianti, come dimostrato dalle esperienze degli anni passati.
In conclusione, è importante mantenere una sorveglianza molecolare per monitorare la diffusione della variante Pirola, ma al momento non ci sono evidenze che suggeriscano un impatto clinico diverso rispetto alle altre varianti. È consigliato che i soggetti fragili si sottopongano al vaccino aggiornato per proteggersi e affrontare l’autunno in modo sicuro.
