Droga in carcere: arresti per traffico scoperti
Un uomo che era agli arresti domiciliari a Cagliari per una rapina si è costituito ad Aosta affermando di essere un evaso. Durante la sua detenzione, nascondeva un tubo termosaldato con 30 grammi di hashish nelle sue parti intime, con l’intenzione di portarlo nel carcere di Brissogne. Tuttavia, le sue telefonate sono state intercettate e è stato fermato prima di poter portare a termine il suo piano.
Questo episodio fa parte di un’indagine condotta dal procuratore di Aosta su un giro di spaccio di droga e uso improprio di telefoni cellulari nel carcere di Brissogne. Il procuratore Giovanni Roteglia ha coordinato le indagini, che hanno portato alla richiesta di rinvio a giudizio di nove persone. Queste persone includono detenuti italiani e magrebini, nonché alcune donne che hanno una relazione con loro. Oltre all’hashish, veniva anche spacciata la buprenorfina, un farmaco oppioide.
Due detenuti, uno italiano e uno tunisino, combinavano al telefono con le donne i dettagli su come portare l’hashish durante i colloqui. Le donne nascondevano la droga nelle loro parti intime e la estraevano da sotto il tavolo quando erano sedute di fronte ai detenuti, senza essere viste dalle telecamere. Una di loro è stata arrestata lo scorso febbraio.
Dalle intercettazioni, è emerso che la droga entrava anche dall’esterno grazie a dei “lanci” che superavano le mura del carcere, probabilmente con una fionda, e veniva poi raccolta dai detenuti durante l’ora d’aria. Si ritiene che un uomo di 45 anni, già noto alle forze dell’ordine ad Aosta, si occupasse di questo dall’esterno.
Dal solo cellulare sequestrato, utilizzato da più detenuti, sono state fatte 5.072 telefonate nell’arco di un anno. L’udienza per questo caso è stata fissata per novembre.