Familiari delle vittime si oppongono ai film che glorificano i boss: un appello contro la mitizzazione.

Italian director Pasquale Scimeca poses during the photocall for the movie 'Biagio', at the 9th annual Rome Film Festival, in Rome, Italy, 24 October 2014. The festival runs from 16 to 25 October. ANSA/CLAUDIO ONORATI

Un appello è stato lanciato il 25 settembre per sostenere il film “Il giudice T.” di Pasquale Scimeca e per opporsi alle fiction che idealizzano i boss della mafia. L’appello è stato promosso dai nipoti del giudice Cesare Terranova e dai figli del maresciallo Lenin Mancuso, in occasione del 44º anniversario dell’attentato che ha causato la loro morte. Durante un incontro con gli studenti, anche i familiari delle altre vittime di mafia hanno aderito all’iniziativa. Presenti erano la sorella di Ninni Cassarà, la madre di Claudio Domino, il figlio del procuratore Pietro Scaglione e la sorella del poliziotto Agostino Catalano.

Durante l’incontro, Carmine Mancuso, figlio di Lenin, ha sottolineato che non ci sono vittime di mafia di serie A o di serie B, ma che tutte meritano lo stesso rispetto e devono essere raccontate affinché possano diventare un esempio per le nuove generazioni. Francesca Terranova, nipote del giudice, ha ribadito che i film e le serie tv che glorificano i mafiosi contribuiscono a creare falsi miti tra i giovani, che possono portarli ad ammirare e imitare i comportamenti dei criminali. Pertanto, è necessario tornare ad un cinema che promuova l’impegno civile, come fa il film di Pasquale Scimeca.

Il regista Scimeca ha sottolineato che non si possono ricordare le vittime della violenza mafiosa solo durante le commemorazioni ufficiali, ma è necessario creare un movimento culturale che le renda conosciute alle nuove generazioni come modelli di vita da seguire. Il cinema può svolgere un ruolo importante in questo senso, come è già successo con i film “Placido Rizzotto” e “I Cento Passi”.

L’appello, rivolto alle istituzioni politiche e culturali, ha ricevuto in poche ore la firma di migliaia di persone, tra cui studenti, professori, sindaci, autorità, rappresentanti politici e istituzionali, e semplici cittadini che si battono contro la mafia.

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