Familiari vittime Uno Bianca: “Savi aveva informazioni su Ustica”
I familiari delle vittime della Uno Bianca, la banda criminale attiva tra il 1987 e il 1994 che ha seminato il terrore nell’Emilia-Romagna e nelle Marche, hanno presentato un esposto alla Procura di Bologna per chiedere la riapertura delle indagini al fine di individuare i mandanti e i complici di questi crimini. Gli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, che assistono i familiari, hanno incluso anche il caso di Ustica nel loro esposto, coinvolgendo Roberto Savi, un ex poliziotto che faceva parte della banda.
Nell’esposto, si fa riferimento a Pietro Gugliotta, un ex componente della Uno Bianca e anche lui ex poliziotto, che nel 1995 ha riferito di alcune confidenze fattegli da Savi durante un viaggio in auto tra la Toscana e la Liguria. Durante questa conversazione, Savi avrebbe indicato a Gugliotta un luogo dove un aereo francese Mirage avrebbe sganciato un serbatoio. Solo nel 2008, l’ex presidente Cossiga ha rivelato la presenza di aerei francesi nella zona, il che ha portato alla riapertura dell’inchiesta da parte della Procura di Roma.
Secondo l’avvocato Alessandro Gamberini, “il significato di questa vicenda è legato al fatto che Roberto Savi aveva rapporti con i servizi”. Questa affermazione solleva interrogativi sulla possibile connessione tra la banda Uno Bianca e i servizi segreti italiani. I familiari delle vittime sperano che la riapertura delle indagini possa finalmente portare alla luce la verità su questi terribili crimini e individuare tutti i responsabili, compresi i mandanti e i complici.
La banda Uno Bianca ha seminato il terrore per diversi anni, uccidendo 23 persone e ferendone un centinaio. I crimini commessi da questa banda hanno causato un grande sconvolgimento nelle comunità locali e hanno lasciato un segno indelebile nelle vite delle famiglie delle vittime. È comprensibile che queste famiglie desiderino giustizia e verità, e che cerchino di fare tutto il possibile per ottenere una riapertura delle indagini.
Ora spetta alla Procura di Bologna valutare l’esposto presentato dai familiari delle vittime e decidere se avviare nuove indagini. Speriamo che questa richiesta venga presa seriamente e che si faccia tutto il possibile per fare luce su questi crimini e portare i responsabili davanti alla giustizia. Le famiglie delle vittime meritano di sapere la verità e di vedere i colpevoli puniti per i loro atti orribili.
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