Finte vaccinazioni: la consulenza non sarà rinnovata

Emanuela Petrillo, l'assistente trevigiana sospettata per le vaccinazioni "dubbie" eseguite a Codroipo, durante la conferenza stampa che si è svolta insieme al suo avvocato, ad Udine, 21 aprile 2017 . GiulioCossu/Photojournalist.

La Corte d’appello di Trieste ha deciso che non verrà rinnovata la consulenza per il caso di Emanuela Petrillo, l’ex assistente sanitaria di Spresiano (Treviso), accusata di aver simulato l’iniezione di vaccini contro le malattie infettive a centinaia di bambini tra il 2009 e il 2017. La sentenza è prevista per il 27 novembre.

Emanuela Petrillo, che oggi ha 37 anni, è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Udine a otto anni e mezzo, una condanna ritenuta eccessiva dalla sua difesa. La richiesta della Procura era di 9 anni e sei mesi. La difesa, affidata all’avvocato Paolo Saladin, ha sottolineato che la donna è incensurata e madre di due figli.

Le accuse a suo carico includono peculato, omissione di atti d’ufficio e falsità ideologica, relative alle sedute vaccinali effettuate nel distretto di Codroipo, a San Daniele e Udine dal 2009 al 2015, e all’Ulss 2 di Treviso, dove lavorò fino al giugno 2017, quando fu denunciata e licenziata per giusta causa. Nonostante sia stata scoperta, Emanuela Petrillo non ha mai spiegato il motivo dei suoi comportamenti né ha chiesto scusa.

Nell’autunno 2021, Petrillo è stata condannata dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia, al pagamento di 550 mila euro a favore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc). La sentenza definitiva sarà emessa il 27 novembre.

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