I boss Riina and Provenzano: Death Behind Bars
Sono morti in ospedale, da detenuti, gli ultimi boss mafiosi. Da Totò Riina a Bernardo Provenzano, fino a Matteo Messina Denaro. Tutti ex latitanti, ma morti dietro le sbarre. Bernardo Provenzano, boss di Corleone, è morto il 13 luglio 2016 all’ospedale San Paolo di Milano. Diverse perizie mediche avevano indicato che era diventato un vegetale. Nonostante le sue condizioni di salute, però, era rimasto recluso al regime duro del 41 bis. L’ultima proroga del 41 bis era stata firmata dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando nell’aprile del 2016, pochi mesi prima del decesso del boss. Aveva 83 anni quando è morto.
Anche Totò Riina è morto da detenuto. Era il 17 novembre 2017, il giorno dopo il suo 87º compleanno, quando è morto nell’ospedale di Parma dove era ricoverato da tempo. Era stato operato due volte e dopo l’ultimo intervento era entrato in coma. Anche la salma di Matteo Messina Denaro sarà sottoposta all’esame autoptico.
Francesco ‘Ciccio’ Messina Denaro, padre di Matteo Messina Denaro, è morto da latitante. Venne ritrovato morto per un infarto vestito di tutto punto, pronto per il funerale. Era ricercato da oltre otto anni. Il suo cadavere venne ritrovato lungo un muro di cinta sotto un ulivo nelle campagne tra Castelvetrano e Mazara del Vallo (Trapani). Il funerale fu vietato per motivi di ordine e sicurezza pubblica.
Anche il boss Antonino ‘Nino’ Santapaola è morto da detenuto in regime di 41 bis, malato da tempo. Aveva 68 anni.
Un altro boss mafioso, Al Capone, è morto negli Stati Uniti nel 1947. Era nato a Brooklyn nel 1899 da genitori di origini campane. La sua infanzia fu segnata dalla miseria e dal contatto con le gang locali. Da lì, si fece strada nel mondo della criminalità. Morì a causa delle sifilide, rinchiudendosi nella casa dei suoi fratelli, dove si spense nella vasca da bagno.