I luoghi dei centri di permanenza e rimpatrio e la decisione del governo di superare le Regioni
Il governo ha pubblicato l’emendamento al decreto Sud che istituisce i Centri per la permanenza ed il rimpatrio. Questo emendamento rivela che il governo ha l’intenzione di togliere agli Enti Locali ogni possibilità di concertazione sui luoghi in cui i centri dovrebbero sorgere, dichiarandoli “opere di interesse nazionale”. Questa decisione ha causato la rivolta dei governatori, ma l’esecutivo ha garantito uno stanziamento straordinario di 20 milioni di euro al ministero della Difesa per sistemare vecchie caserme o aree dismesse. Tuttavia, il problema dei luoghi rimane irrisolto, poiché nella mappa del Ministero dell’Interno c’è solo un centro a Ventimiglia.
Secondo La Stampa, i nuovi Centri per la permanenza ed il rimpatrio dovranno rinchiudere i migranti irregolari per 18 mesi, con possibilità di proroghe trimestrali. Queste proroghe dovranno essere convalidate dal giudice su richiesta del questore, solo se l’accertamento della nazionalità e dell’identità e l’acquisizione dei titoli di viaggio presentano difficoltà. La durata massima del trattenimento sarà applicata in caso di mancata cooperazione da parte del cittadino straniero o se i paesi terzi tarderanno nell’invio della documentazione. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di ridurre le resistenze da parte dei migranti irregolari, che spesso non collaborano e nascondono le loro generalità per poter uscire dopo tre mesi.
Attualmente ci sono dieci Centri per la permanenza ed il rimpatrio in funzione in Italia, distribuiti in otto regioni. La mappa dei futuri centri, come riportato dal Corriere della Sera, prevede che il primo sarà a Ventimiglia, su richiesta del sindaco Flavio Di Muro. Altre possibili location includono Pescia, Coltano e Prato in Toscana, Modena e Bologna in Emilia-Romagna, Crotone, Pescara e l’Aquila, San Giuliano di Puglia, Falconara Marittima e Caserta. In Veneto sono state effettuate ispezioni in aree fra Venezia, Treviso e Verona.
In conclusione, l’emendamento al decreto Sud ha sollevato polemiche per la decisione del governo di dichiarare i Centri per la permanenza ed il rimpatrio “opere di interesse nazionale”, togliendo agli Enti Locali ogni possibilità di concertazione sui luoghi in cui dovrebbero sorgere. Nonostante ciò, il governo ha stanziato 20 milioni di euro per sistemare vecchie caserme o aree dismesse. Tuttavia, la mappa dei futuri centri è ancora in fase di definizione, con Ventimiglia come prima location confermata.