Il Patto sui migranti: una soluzione obsoleta al problema, adatto a un pubblico di età compresa tra i 25 e i 60 anni
Il presidente Sergio Mattarella ha criticato le regole di Dublino riguardanti i migranti e i richiedenti asilo nell’Unione europea, definendole “preistoria” e “fuori dalla realtà”. Ha sottolineato che queste regole sono state create per un mondo diverso, quando non c’era una migrazione di massa. Mattarella ha sottolineato la necessità di uno sforzo comune per affrontare il fenomeno migratorio con nuove formule prima che diventi impossibile da gestire.
Il fallimento delle regole di Dublino non è evidente solo a Lampedusa. La Germania ha ricevuto più richieste di asilo rispetto agli sbarchi in Italia, dimostrando che le falle di Dublino non danneggiano più così tanto il nostro paese grazie ai movimenti secondari che permettono il ricollocamento informale dei migranti tra i paesi europei. Tuttavia, il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo che i ventisette paesi dell’UE stanno negoziando non rappresenta una vera novità.
Questo pacchetto, che mira a limitare i movimenti secondari, è in realtà un “Dublino rafforzato”. Prevede maggiori responsabilità per i paesi di primo ingresso in cambio di poca solidarietà. Il Patto segue l’approccio dell'”Europa fortezza”, già sperimentato nelle isole greche a partire dal 2016, che consiste nel tenere i migranti all’interno delle mura della fortezza. L’UE affida a regimi autoritari e instabili, come quello tunisino di Kais Saied, il compito di fare da guardiani attorno alle mura. Tuttavia, basta un piccolo intoppo, come l’assenza di accordi di rimpatrio o un ricatto da parte di Saied, per far crollare il nuovo Patto e far tremare nuovamente la fortezza. Una vera formula nuova sarebbe stata un governo europeo delle migrazioni, che si occupasse di ricollocamenti e integrazione. Purtroppo, gli alleati di Giorgia Meloni nei governi di Polonia e Ungheria impediscono di uscire dalla preistoria.
