Il percorso obbligato di Meloni tracciato da Von der Leyen, con l’assedio di Salvini da affrontare

Draghi si trova di fronte a un compito difficile: mantenere l’unità all’interno dell’Unione Europea e al tempo stesso soddisfare le promesse fatte al popolo italiano. La sua posizione è delicata, in quanto deve trovare un equilibrio tra le richieste dei sovranisti e le esigenze dei socialisti e di Macron.

Durante un discorso recente, Ursula von der Leyen ha cercato di evitare di indispettire nessuno, pronunciando un discorso cauto e attento. Tuttavia, è emerso che la presidente della Commissione europea è tiepida e reticente nel trattare le questioni legate allo stato di diritto. Questo atteggiamento ha suscitato critiche da parte dei sostenitori di Macron, che lo hanno considerato troppo vago.

La reazione più forte è arrivata da Ryszard Legutko, capogruppo di Ecr, che ha accusato von der Leyen di voler “rovesciare i governi europei non graditi”, citando l’esempio dell’Italia. Ha addirittura paragonato la presidente della Commissione al dittatore bielorusso Lukashenka.

Questa situazione mette Draghi in una posizione difficile. Da un lato, deve cercare di mantenere l’unità all’interno dell’Unione Europea, evitando di alimentare le divergenze con i sovranisti. Dall’altro lato, deve anche soddisfare le promesse fatte al popolo italiano, che si aspetta un cambiamento reale e tangibile.

La prospettiva inevitabile per Draghi sembra essere quella di rimangiarsi quasi tutte le promesse europee fatte in passato. Questo potrebbe non essere ben accolto dai cittadini italiani, che si aspettano un cambiamento significativo nella gestione dell’Unione Europea.

Tuttavia, per evitare che le divergenze emergano chiaramente, Draghi deve trovare un modo per bilanciare le richieste dei sovranisti con le esigenze dei socialisti e di Macron. Questo richiederà abilità politica e diplomazia, ma è fondamentale per mantenere l’unità all’interno dell’Unione Europea.

Inoltre, Draghi deve anche affrontare le critiche provenienti dai sostenitori di Macron, che si aspettano un impegno più deciso nello stato di diritto. Questo potrebbe mettere a rischio la sua rielezione come presidente della Commissione europea.

In conclusione, Draghi si trova di fronte a una sfida complessa. Deve cercare di mantenere l’unità all’interno dell’Unione Europea, soddisfare le promesse fatte al popolo italiano e bilanciare le richieste dei sovranisti con le esigenze dei socialisti e di Macron. La sua posizione è delicata e richiede abilità politica e diplomazia. Solo il tempo dirà se sarà in grado di gestire questa situazione con successo.

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