Incendio mortale in Nigeria: seminarista bruciato vivo
Un tragico evento si è verificato nella diocesi di Kafanchan, nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria. La parrocchia di San Raffaele a Fadan Kamantan è stata attaccata e distrutta da banditi armati. Durante l’incursione, un seminarista di 25 anni, Nàaman Danlami, è stato bruciato vivo mentre cercava di scappare dalle fiamme, mentre due sacerdoti sono riusciti a salvarsi.
Secondo il vescovo di Kafanchan, monsignor Julius Kundi, gli aggressori avevano l’intenzione di rapire il parroco. Dopo aver fallito nell’entrare nella casa parrocchiale, hanno dato fuoco all’edificio. Monsignor Kundi ha denunciato la mancanza di reazione e supporto da parte delle forze di sicurezza, nonostante la presenza di un posto di blocco a un chilometro di distanza.
Questo non è stato il primo attacco contro la Chiesa cattolica in Nigeria. Nel corso degli anni, numerosi sacerdoti sono stati uccisi o rapiti. Nel solo 2022, quattro sacerdoti sono stati uccisi e altri 28 rapiti. Quest’anno, il numero di rapimenti è già salito a 14. La diocesi di Kafanchan ha perso due membri a causa degli attacchi dei banditi Fulani: padre John Mark Cheitnum, rapito e brutalmente assassinato, e il seminarista Nàaman Danlami.
La situazione in Nigeria è estremamente pericolosa per il clero cattolico. Oltre agli attentati, le chiese e le scuole cristiane vengono frequentemente incendiate. Secondo il rapporto ‘Martyred Christians in Nigeria’, negli ultimi 14 anni sono stati uccisi più di 52.000 cristiani per mano di miliziani islamisti, durante gli otto anni di presidenza di Muhammadu Buhari. Sono state incendiate 18.000 chiese e 2.200 scuole cristiane. Inoltre, oltre 707 cristiani sono stati sequestrati, con un alto numero di sequestri nel nord del paese.
La situazione nella zona saheliana della Nigeria è particolarmente critica. La popolazione è impoverita e il jihadismo sfrutta la rabbia popolare. Il missionario comboniano padre Alex Zanotelli invita a un esame di coscienza e sottolinea l’importanza di una politica che aiuti le comunità locali. Molti membri della Chiesa pagano con la vita la loro presenza in queste zone difficili.
Padre Giulio Albanese, sacerdote comboniano ed editorialista dell’Osservatore Romano, spiega che Kaduna è una zona effervescente della Nigeria, con una maggioranza musulmana e una componente jihadista. I pastori fulani, nomadi africani, spesso commettono violenze nel loro bisogno di pascoli. Alcuni gruppi armati, sia di matrice religiosa che criminale, prendono di mira sia i cristiani che la società civile islamica. Attacchi alle chiese sono visti come un modo per ottenere visibilità internazionale e criticare l’Occidente.
La situazione in Nigeria è estremamente preoccupante, sia per la Chiesa cattolica che per tutta la popolazione. È necessario un intervento per garantire la sicurezza delle persone e promuovere una cultura di dialogo e coesistenza.
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