Italia perde il primato in Europa nell’economia circolare: Report Circonomia

L’Italia non è più il leader europeo nell’economia circolare come lo era l’anno scorso. Questo è quanto emerge dal quarto Rapporto Circonomia, presentato oggi a Roma. Non solo siamo stati superati dall’Olanda, ma negli ultimi anni abbiamo rallentato notevolmente nel nostro percorso verso un’economia verde e sostenibile. In tutti gli indicatori, ad eccezione del tasso di riciclo dei rifiuti, siamo al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea.

Nonostante questo rallentamento, l’Italia rimane uno dei Paesi europei più avanzati nell’adozione di un’economia circolare. Siamo al primo posto per il tasso di riciclo dei rifiuti, con ottime prestazioni in tutti gli altri indicatori di sostenibilità, come l’efficienza nell’uso delle risorse e l’utilizzo di materie prime secondarie provenienti dal riciclo. In particolare, i consorzi di filiera che gestiscono la raccolta e il riciclo di specifici tipi di rifiuti hanno ottenuto risultati eccellenti. Il Conou, ad esempio, il Consorzio nazionale degli oli minerali usati, raccoglie quasi tutto l’olio usato e ne rigenera il 98% in nuove basi lubrificanti, un risultato superiore alla media europea.

Il presidente del Conou, Riccardo Piunti, commenta con orgoglio il contributo del consorzio all’economia circolare in Italia, trasformando un rifiuto in una risorsa. Grazie alle attività di raccolta, differenziazione e riciclo, il Conou ha evitato l’emissione di 64mila tonnellate di CO2 nell’atmosfera nel solo 2022, risparmiando anche 7,5 milioni di gigajoule di combustibili fossili e circa 130 milioni di euro sulla bolletta petrolifera.

Passando ai numeri del Rapporto Circonomia, l’Italia ha perso il primo posto a vantaggio dell’Olanda nel ranking europeo dell’economia circolare e dell’efficienza nell’uso delle risorse. La Francia, il Belgio e l’Ungheria hanno registrato un calo significativo, mentre Portogallo e Svezia hanno mostrato miglioramenti significativi. L’Italia si posiziona al primo posto solo per il tasso di riciclo dei rifiuti, superando di gran lunga la media europea e i principali Paesi europei.

Tuttavia, ad eccezione del tasso di riciclo dei rifiuti, l’Italia ha registrato progressi inferiori alla media europea o addirittura regressi in tutti gli altri indicatori dal 2018. Siamo ancora avanti rispetto a Germania, Francia e Spagna, ma il nostro vantaggio si sta riducendo, evidenziando uno stallo nella nostra transizione ecologica. Siamo indietro anche nella produzione di energie rinnovabili, come l’eolico e il solare fotovoltaico, rispetto ad altri Paesi europei. Inoltre, l’Italia ha un basso livello di efficienza nell’uso dell’energia e una bassa penetrazione della mobilità elettrica.

Se consideriamo le macroregioni italiane, il Centro Italia (Lazio, Toscana, Marche, Umbria) si posiziona al primo posto, come già l’anno scorso. La macroregione del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta) perde due posizioni, mentre quella del Sud/Isole (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna) scende al settimo posto.

In conclusione, l’Italia ha perso il primato nell’economia circolare a favore dell’Olanda e ha rallentato il suo percorso verso un’economia verde e sostenibile. Nonostante ciò, rimaniamo uno dei Paesi europei più avanzati nell’adozione di un’economia circolare, con un’eccellente performance nel riciclo dei rifiuti. Tuttavia, dobbiamo fare di più per promuovere l’uso delle energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e aumentare la penetrazione della mobilità elettrica. Solo così potremo raggiungere una transizione ecologica completa e sostenibile.

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