“La controversia sulla gestione dei migranti: Meloni e Salvini criticano la Germania”
Una notizia vecchia di un anno sul finanziamento tedesco alle organizzazioni non governative (ONG) sta creando una grande polemica tra Palazzo Chigi e il vicepremier, con parlamentari che si uniscono alla discussione, lanciando accuse surreali a Berlino. La premier sembra contraddire gli sforzi diplomatici di Mattarella nel suo tentativo di accaparrarsi il leader della Lega.
La polemica ha origine da una notizia insignificante, ma in tempo di campagna elettorale, è la polemica stessa a diventare la notizia. Non importa se tutto si basa su una distorsione dei fatti, e non importa nemmeno se Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno e quindi l’autorità in materia, dice che “non ci risulta nulla di nuovo”. Siamo in piena campagna per le elezioni europee e l’argomento più infuocato è quello dei migranti: perché dovremmo preoccuparci di questi dettagli? Certamente Giorgia Meloni e Matteo Salvini non hanno intenzione di farlo. Nella loro competizione quotidiana per vedere chi si spinge più a destra, chi lancia l’accusa più pesante contro l’ennesimo nemico europeo, ordinano l’offensiva: attacchiamo la Germania. Questo nonostante gli sforzi diplomatici di Sergio Mattarella, che solo poche ore prima si era abbracciato al suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.
E adesso passiamo ai fatti. E i fatti sono molto poco significativi. Nel bilancio del governo federale tedesco, che risale a novembre 2022, è stato previsto un finanziamento alle ONG che operano nel Mediterraneo: 2 milioni di euro all’anno fino al 2026. Tuttavia, questi fondi non sono ancora stati erogati. Tre giorni fa, qualcuno ha evidentemente informato Salvini: “Capitano, perché non facciamo un po’ di rumore su questa vecchia notizia?”. E così è stato fatto. I giornalisti hanno fatto il loro lavoro e hanno cercato di capire cosa sia successo a quei pochi milioni di euro. “Non sono mai stati spesi”, è stata la prima risposta del ministero dell’Interno tedesco. “Ma poiché sono stati messi a bilancio, non escludiamo di utilizzarli”, ha precisato Berlino nella tarda mattinata di venerdì. Successivamente, in risposta a una domanda specifica sulla gestione dei movimenti secondari, la ministra Nancy Faeser ha dichiarato: “Finché l’Italia non rispetta il sistema di Dublino per le riammissioni, noi non accoglieremo altri rifugiati provenienti dall’Italia”.
Potremmo dire: va bene. E ci si aspetterebbe che i collaboratori del Presidente del Consiglio rispondessero così di fronte a un caso inesistente, a una mezza incomprensione, prima di tornare a occuparsi di questioni più serie (e no, litigare con il direttore del Museo egizio di Torino non rientra tra queste). Ma non è così. Forse temendo una nuova raffica di accuse da parte di Salvini, forse con il terrore di essere superati in truculenza, a Palazzo Chigi, dove la comunicazione è gestita dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, hanno pensato bene di chiamare le agenzie di stampa: “Siamo molto sorpresi dalla notizia riportata dalle agenzie secondo cui un portavoce del ministero degli Esteri tedesco avrebbe annunciato un imminente finanziamento alle ONG per un progetto di assistenza ai migranti in Italia e un progetto di salvataggio in mare”. Verrebbe da obiettare: ma siete a Palazzo Chigi, non potreste informarvi prima di dire sciocchezze? “Imminente finanziamento”? Ma è stato messo a bilancio da un anno. Eppure la cosa diventa ancora più surreale: perché effettivamente da Palazzo Chigi hanno chiesto spiegazioni a Berlino e le hanno ottenute. “Guardate, non c’è niente di nuovo: è una vecchia notizia, una farsa”. “Ah, ok, grazie”. Mezz’ora dopo: ecco le agenzie con l’indignazione: “Siamo molto sorpresi”, eccetera.
Potrebbe essere abbastanza per voler emigrare. Ma non finisce qui. Salvini, vedendosi minacciato sul suo stesso terreno, rilancia: “NOTIZIA GRAVISSIMA. La Germania paga le ONG per trasferire clandestini nel nostro paese”. E così via. È una gara, la solita, a chi urla di più a destra. E quindi i responsabili della comunicazione di Fratelli d’Italia (FdI) impongono ai parlamentari del partito di fare dichiarazioni. Lo stesso accade alla Lega. Salvini schiera Iezzi, Candiani, Matone, Furgiuele, Bizzotto. Meloni risponde con Foti, Calovini, Kelany. Nel frattempo, nessuno prende provvedimenti concreti per risolvere il problema dell’immigrazione. Ma che divertimento!
(Questa situazione durerà ancora nove mesi. A meno che qualcuno, da Palazzo Chigi o da Via Bellerio, non decida di attraversare il Brennero armato).