La Manovra 2024: Giorgetti giustificatamente preoccupato per la reazione dei mercati
Le parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono simili a quelle pronunciate da tutti i ministri dell’Economia prima di un piano finanziario. È compito del Ministro difendere i conti pubblici dall’assalto delle forze di maggioranza che cercano di ottenere più risorse per sostenere la politica economica. Non bisogna però sottovalutare quello che il Ministro ha sottolineato, sarebbe riduttivo e pericoloso.
Cosa ha detto Giorgetti
Giorgetti ha dichiarato: “Non mi preoccupa la Commissione europea, ma mi preoccupano le valutazioni dei mercati che acquistano il nostro debito pubblico”. Ha spiegato in modo chiaro cosa intende: “Arriverà un momento in cui bisognerà fare i conti, il bilancio deve essere equilibrato: il Parlamento dovrà presto approvare il numero del deficit” e “dovrà essere un numero ragionevole che dimostri la volontà del Paese di adottare una politica fiscale prudente”.
A chi si rivolge il Ministro
Ammettere esplicitamente che “le valutazioni dei mercati” che acquistano il debito pubblico fanno “paura” significa riconoscere che non si può ignorare il rischio concreto che lo spread torni a livelli critici e che l’Italia possa essere colpita da una nuova ondata di speculazione. Secondo il Ministro dell’Economia, è indispensabile prendere in considerazione i mercati. Per questo parla del numero del deficit come di un numero che “deve essere ragionevole” e che deve dimostrare “la volontà del Paese di adottare una politica fiscale prudente”. È un avvertimento chiaro alle forze di maggioranza su diversi fronti. In primo luogo, riguarda le richieste e le misure che avranno meno spazio di quanto possano pensare. In secondo luogo, riguarda il rapporto con l’Europa. Se i mercati devono essere temuti per ragioni oggettive, la Commissione europea non dovrebbe essere temuta. Questo richiamo alla politica fiscale prudente è importante nel contesto dei negoziati sul nuovo Patto di stabilità, l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la ratifica del Mes. Una politica fiscale prudente non significa una politica di rinuncia, perché una politica fiscale prudente, con la fiducia dei mercati e senza penalizzare scelte avventurose, può aprire nuove opportunità.
Dalla manovra alla disciplina di bilancio dell’UE
Secondo Giorgetti, questo è un momento cruciale. Non tanto per la manovra, ma per le regole che possono cambiare la prospettiva: “Abbiamo discusso di una svolta storica nell’ultimo Ecofin, si tratta di una nuova governance economica che si tradurrà in una nuova disciplina di bilancio”. Per questo motivo, il Ministro ha ragione a temere i mercati e non la Commissione europea.