La questione giuridica della giudice: niente di personale
La decisione di un giudice del tribunale di Catania di non convalidare il trattenimento di tre tunisini ha suscitato molte polemiche. Iolanda Apostolico, il giudice in questione, ha cercato di mettere fine alle critiche affermando che la sua decisione è impugnabile e non rientra nei suoi compiti difenderla. Ha sottolineato che si tratta di una questione giuridica e non personale.
A difenderla ci sono i suoi colleghi, tra cui Marisa Acagnino, un’altra giudice che lavora nello stesso ufficio e che ha sottolineato come i magistrati applicano solo la legge. Apostolico ha lavorato nel tribunale di Catania per vent’anni, occupandosi di casi legati ai diritti delle persone e dell’immigrazione. Chi la conosce la descrive come una persona equilibrata e non schierata.
Recentemente, Apostolico ha chiuso il suo profilo Facebook, ma secondo quanto riportato dal Giornale, sarebbero apparsi dei post anti Salvini e commenti a favore delle Ong e delle associazioni che si occupano dei migranti. Avrebbe condiviso una petizione che chiedeva una mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini e avrebbe seguito pagine come “Free Open Arms” e “Open Arms” Ong. Inoltre, avrebbe messo like a pagine di partiti come Possibile, Potere al Popolo, Democrazia e Autonomia e alla pagina dell’ex sindacalista Aboubakar Soumahoro.
L’ufficio in cui lavora Apostolico, la sezione immigrazione del tribunale di Catania, è stato al centro di polemiche in passato per aver sconfessato il decreto anti-sbarchi. Anche in quel caso, i giudici hanno ritenuto che il decreto non fosse coerente con i trattati internazionali e con le direttive dell’UE.
In conclusione, la decisione del giudice Apostolico ha generato molte polemiche, ma i suoi colleghi la difendono e sottolineano che i magistrati applicano solo la legge.