L’ACS continua a distruggere, avvicinandosi alla comunità armena
L’Azerbaigian ha attaccato il Nagorno-Karabakh, una comunità già in difficoltà. Prima di questo attacco, 36.000 armeni erano già stati costretti a lasciare le loro case e altri 120.000 stavano vivendo una realtà drammatica. Il direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro, ha sottolineato che il blocco del “Corridoio di Lachin” ha impedito il transito di cibo, medicine e altri beni essenziali, mettendo a rischio la sopravvivenza della comunità armena. Alcuni osservatori autorevoli hanno addirittura parlato di rischio di genocidio a causa della fame. Il Patriarca di Cilicia degli Armeni Cattolici, Raphael Bedros XXI Minassian, ha denunciato recentemente le terribili condizioni di vita imposte dall’Azerbaigian a 120.000 persone isolate dal mondo. Le notizie provenienti dall’area del conflitto confermano che l’obiettivo è la distruzione di un’intera popolazione. La fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre è solidale con le vittime di questa ingiustificata aggressione, in particolare con le comunità cristiane armene, e spera che le numerose condanne da parte di Stati e istituzioni internazionali siano seguite da interventi tempestivi per salvare la popolazione minacciata.