L’arte senese del Trecento alla National Gallery di Londra

(Adnkronos) – Duccio di Buoninsegna, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Simone Martini e altri protagonisti assoluti della pittura italiana del XIV secolo sono al centro della mostra "Siena: the Rise of Painting: 1300-1350", che getta nuova luce sull'attività degli artisti senesi prima della peste del 1348 che flagellò l'Europa. Dopo essere stata ospitata al Metropolitan Museum di New York (13 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025), l'esposizione dei tesori dell'arte senese, con molte tavole a fondo oro, arriva alla National Gallery di Londra dall'8 marzo al 22 giugno 2025. Frutto della collaborazione tra la National Gallery di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York, presenta oltre cento opere fra sculture, pitture e oreficerie, molte delle quali provenienti dall'Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, dall'Opera della Metropolitana di Siena e da altri poli museali e siti culturali toscani, tra i quali la Pinacoteca Nazionale di Siena. Per la preview della mostra è arrivata a Londra la sindaca di Siena, Nicoletta Fabio, insieme al direttore della Pinacoteca Nazionale di Siena, Axel Hémery, che sono stati accolti dal direttore della National Gallery, Gabriele Finaldi. "La pittura senese del XIV secolo rappresenta una delle pagine più straordinarie della storia dell’arte italiana. Artisti come Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti hanno contribuito a creare uno stile unico, caratterizzato da una profonda spiritualità, colori vivaci e dettagli raffinati", ha ricordato Finaldi.  La mostra offre la possibilità di ammirare la Maestà di Duccio (sono riuniti alcuni pannelli originariamente appartenenti a questa monumentale pala d'altare, offrendo una rara opportunità di vederli nuovamente insieme dopo secoli di separazione), il Polittico Orsini di Simone Martini (pannelli di questa straordinaria opera sono esposti insieme per la prima volta nella memoria contemporanea, mettendo in luce l’'so raffinato del colore e dell’oro da parte di Martini), l'Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti (proveniente dalla Pinacoteca di Siena), la Natività della Vergine di Pietro Lorenzetti (una rappresentazione intima e dettagliata della nascita di Maria, con una grande attenzione alla resa degli ambienti domestici). Fra i prestiti dell'Arcidiocesi è l'icona bizantina detta Madonna del Carmine, con la sua riza metallica: piccola immagine di una Madonna odighìtria, dipinta su legno, con un'oreficeria in parte originale, è conservata al Museo Diocesano di Siena, presso l'Oratorio di San Bernardino in Piazza San Francesco. La preziosa icona, giunta a Siena a seguito dell'Ordine dei Carmelitani intorno alla fine del XIII secolo (probabile data di esecuzione), proviene dalla Chiesa di San Niccolò al Carmine ed è di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno. Un altro celebre capolavoro del Museo Diocesano è presente in mostra: la Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti del 1330 circa, uno dei dipinti più rivoluzionari dell'arte senese del Trecento: Ambrogio riprende un tema ben noto alla tradizione iconografica bizantina (la Vergine che allatta il Bambino al seno) e lo innesta nel suo percorso gotico, tratteggiato da naturalismo e umanesimo, che il dotto pittore intraprende, forte della grande lezione di Duccio, di Simone e del fratello Pietro. Del medesimo artista sono esposte le due sinopie (1334-1336 ca.) dell'affresco dell'Annunciazione, provenienti dall'Eremo di San Galgano a Montesiepi, nei pressi dell'Abbazia, che attestano un progetto iconografico iniziale diverso – che concepiva anche in questo caso l'umanità di Maria – rispetto alla versione finale adottata. Dal patrimonio diocesano provengono anche una lastra di marmo incisa e decorata a cere policrome, raffigurante una Crocifissione fra i dolenti, di un artista senese degli inizi del XIV secolo, oggi custodita nel Palazzo Arcivescovile ma proveniente dalla chiesa di San Pellegrino alla Sapienza, e la testa del Crocifisso di Lando di Pietro (1338), conservata nel Museo della Basilica di San Bernardino all’Osservanza, scultura lignea frantumata dai bombardamenti degli Alleati che colpirono la Basilica nel 1944. Insieme ai resti furono rinvenuti due cartigli ex-voto che attestano il nome dell’autore, la data di realizzazione e una struggente preghiera vergata dalla mano dello stesso Lando. Anche il Museo dell’Opera della Metropolitana di Siena ha contribuito all'esposizione con alcuni capolavori, inviando due formelle raffiguranti Storie della vita pubblica di Cristo, tratte dalla predella del tergo della Maestà di Duccio di Buoninsegna (1308-1311), che è ricostruita grazie a una serie di prestiti d'eccezione. Sono riuniti, infatti, gli otto pannelli raffiguranti i seguenti soggetti: Tentazione di Cristo al Tempio (Siena, Museo dell'Opera della Metropolitana); Tentazione di Cristo sul monte (New York, The Frick Collection); Vocazione di Pietro e Andrea (Washington, National Gallery of Art); Nozze di Cana (Siena, Museo dell’Opera della Metropolitana); Cristo e la Samaritana al pozzo (Madrid, Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza); Guarigione del cieco nato (Londra, National Gallery); Trasfigurazione (Londra, National Gallery); Resurrezione di Lazzaro (Forth Worth, Kimbell Art Museum). Fra i manufatti, inoltre, l'Opera della Metropolitana ha prestato il Pastorale di San Galgano, proveniente dall’omonima Abbazia, eseguito intorno agli anni venti del Trecento da un maestro, detto appunto "Maestro del pastorale di San Galgano", influenzato dalla raffinata produzione di Simone Martini. Il ricciolo termina con la figura a tutto tondo del santo inginocchiato nell'atto di pregare, dinanzi alla spada conficcata nella roccia, simbolo della croce. "Questa mostra rappresenta un momento straordinario per la nostra città, perché racconta il ruolo centrale che Siena ha avuto nello sviluppo della pittura medievale e nella nascita di un linguaggio artistico che ha influenzato l'Europa intera. Le opere qui riunite testimoniano l'eccezionale vitalità culturale e spirituale della Siena del Trecento – ha detto la sindaca Nicoletta Fabio – La ricchezza cromatica, l'eleganza delle forme e la profondità narrativa di artisti come Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Lorenzetti non solo decoravano chiese e palazzi, ma offrivano visioni di fede, giustizia e convivenza civile. Siena non è soltanto la custode di questo straordinario patrimonio: ne è ancora oggi ispirazione e motore. Il nostro obiettivo è valorizzare la grandezza del nostro passato per guardare al futuro con ambizione, consapevoli di appartenere a una città che da sempre ha saputo innovare. Ringrazio la National Gallery e il Metropolitan Museum of Art per aver reso possibile questa mostra e per aver dato a Siena una vetrina internazionale d’eccezione. Il successo riscosso a New York e l'opportunità di essere qui oggi a Londra dimostrano quanto la nostra storia e la nostra arte siano ancora vive e capaci di emozionare il mondo". (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Occhioche.it -Ktp.Agency - Copyright 2024 © Tutti i diritti riservati. Giornale Online di Notizie di KTP.agency | Email: info@ktp.agency | CoverNews by AF themes.