Le avventure di Cirillo, oligarca italiano a Mosca: una prospettiva sulle sfide della vita quotidiana
L’élite russa sta vivendo una nuova vita, consolidatasi sin dagli anni ’90. Nonostante le sanzioni, a Mosca arrivano ancora la mozzarella di bufala dalla Campania e i branzini dall’Adriatico, auto di lusso e vestiti firmati “Made in Italy”. Tuttavia, le valute straniere in circolazione sono lo yuan e la rupia.
Lanfranco Cirillo, architetto italiano e cittadino russo onorario, racconta la sua esperienza nella sua autobiografia “L’architetto di Putin”. Smentisce le accuse di Aleksei Navalny riguardo alla proprietà del palazzo di Gelendzhik sul Mar Nero, affermando che appartiene a una società che gli aveva affidato il progetto degli interni per una foresteria di lusso destinata a ospitare congressi e ospiti stranieri.
Cirillo è stato accusato in Italia di infedele dichiarazione dei redditi e autoriciclaggio, con un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti. Da un anno e mezzo si trova a Mosca, dove nonostante la guerra con l’Ucraina, molte aziende occidentali continuano a operare.
Le valute dei Paesi non amici, come il dollaro e l’euro, sono diventate introvabili. Le transazioni avvengono invece in rupie, yuan e rial iraniano. Nonostante tutto, più del 90% degli italiani è rimasto a Mosca, consapevole che il mondo sta cambiando e che le notizie raccontate non corrispondono alla realtà.
Cirillo è stato l’architetto di riferimento per i nuovi ricchi russi, lavorando per molti oligarchi e miliardari. Dopo l’inizio della guerra, il 90% di loro è stato colpito dalle sanzioni e non può più viaggiare in Occidente. Le loro nuove destinazioni sono le Maldive, gli Emirati, l’Estremo Oriente e il Vietnam. I loro gusti sono diventati più sobri e moderni.
Il divieto di viaggiare in Occidente è una limitazione importante, considerando che il loro sogno era essere accettati come classe europea. Nonostante ciò, Cirillo testimonia che l’economia si sta sviluppando rapidamente. Gli affitti degli uffici a Mosca sono aumentati e vengono affittati al 95%.
Cirillo ha lavorato per molti ricchi russi, restaurando musei, progettando residenze e uffici. Ha anche acquistato terreni nella regione di Krasnodar, dove produce vino da vendere in Russia e nei Paesi dell’Asia centrale. Molti russi hanno aperto aziende vitivinicole, sfruttando i finanziamenti statali. La produzione di vino russo è aumentata, mentre diminuisce quella italiana. Lo stesso vale per il grano: la Russia ora è indipendente a livello alimentare.
Cirillo ricorda i suoi primi successi come architetto, quando arrivava a guadagnare 150 milioni di lire al mese solo con le provvigioni. Negli anni 2000 ha gestito oltre 100 cantieri contemporaneamente, con mille persone al lavoro.
Secondo Cirillo, siamo tutti danni collaterali di questa guerra. La campagna antirussa e il rifiuto della cultura russa hanno cambiato il mondo. Siamo diventati pedine da usare e gettare. Cirillo mette in dubbio l’avvelenamento di Navalny, considerandolo un presunto avvelenamento non comprovato da prove concrete.