Legge sull’immigrazione: Il ruolo di Napolitano spiegato

La prima legge sull’immigrazione in Italia, la numero 40 del 1998, è stata promulgata quando Giorgio Napolitano era ministro dell’Interno nel Governo Prodi e Livia Turco era la collega responsabile del dicastero della Solidarietà sociale. Questa legge ha introdotto diverse disposizioni, tra cui l’istituzione dei Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), che successivamente sono stati modificati e sono diventati i Centri permanenza e rimpatrio (Cpr) attuali. Questo provvedimento, composto da 49 articoli, è stato successivamente consolidato nel decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998, noto come Testo unico sull’immigrazione e sulla condizione dello straniero.

Da allora, nonostante i cambiamenti di governo e di maggioranza, sono stati apportati numerosi cambiamenti alla legge sull’immigrazione. Ad esempio, la legge 189/2002, nota come “Bossi-Fini”, ha introdotto modifiche significative, così come il decreto-legge n.113 del 2018, durante il governo Conte 1 e con il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha modificato ulteriormente il Testo unico senza alterarne la struttura generale.

Il Testo unico regola sia il diritto dell’immigrazione, che riguarda la gestione complessiva del fenomeno migratorio, inclusi l’ingresso, il soggiorno, il controllo e la stabilizzazione dei migranti, che il diritto dell’integrazione, che si occupa dell’estensione dei diritti civili, sociali e politici ai migranti regolari.

I principi fondamentali del Testo unico sono tre: la programmazione dei flussi migratori e la lotta all’immigrazione clandestina per quanto riguarda il diritto dell’immigrazione, e la concessione di una vasta gamma di diritti per favorire l’integrazione degli stranieri regolari per quanto riguarda il diritto dell’integrazione.

Il Testo unico non disciplina il diritto d’asilo, che è stato regolamentato in dettaglio da provvedimenti di recepimento della normativa comunitaria, ma si concentra sulle procedure di espulsione. Quando l’espulsione non può essere immediata, gli stranieri devono essere trattenuti nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), istituiti dal decreto legge 13/2017. Questi centri hanno sostituito i Centri di identificazione ed espulsione (Cie), che a loro volta avevano sostituito i Centri di permanenza temporanea ed assistenza (Cpta), istituiti dalla legge Napolitano-Turco.

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