L’impatto delle decisioni della Bce sui mutui e lo spread: un’analisi per un pubblico di età compresa tra i 25 e i 60 anni
Il differenziale tra i titoli di stato italiani a dieci anni (Btp) e quelli tedeschi (Bund) ha chiuso in rialzo a 180 punti. Questo aumento dei tassi di interesse sta influenzando i mutui, non solo l’ultimo aumento al 4,5%, ma anche la sequenza di dieci aumenti consecutivi. Le decisioni della Banca Centrale Europea sull’acquisto di titoli di stato stanno anche influenzando lo spread, soprattutto per un paese ad alto debito come l’Italia. Queste mosse stanno mettendo in difficoltà coloro che avevano scelto un tasso variabile per i loro mutui e coloro che devono richiedere un nuovo mutuo. Inoltre, c’è il rischio che alimentino tensioni sui mercati finanziari. Le notizie di oggi riguardo mutui e spread stanno iniziando a delineare lo scenario dei prossimi mesi. Tuttavia, molto dipenderà dalle scelte di politica economica del governo, iniziando dalla manovra e dall’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Per quanto riguarda i mutui, l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) segnala che negli ultimi quattro mesi il tasso medio sui mutui a tasso fisso è stato sempre inferiore a quello dei mutui a tasso variabile. Inoltre, la differenza tra i due tipi di tasso sta aumentando. A luglio, il tasso sui mutui a tasso fisso è stato del 4,04%, rispetto al 4,59% dei mutui a tasso variabile. Questo significa che coloro che hanno scelto il tasso variabile si trovano oggi a pagare il prezzo di una scelta che avrebbe potuto essere ponderata in modo diverso.
Lo spread tra i Btp e i Bund è in aumento a causa della riduzione degli acquisti da parte della Banca Centrale Europea. Il rendimento del decennale italiano è salito di 5 punti al 4,5%. Questo aumento è principalmente dovuto al fatto che la BCE inizierà a ridurre gli acquisti di titoli di stato a partire da ottobre, facendo aumentare gli interessi sul debito pubblico. Per l’Italia, ciò potrebbe tradursi in un aumento dei costi di 20 miliardi di euro all’anno. Gli analisti prevedono che questa tendenza continuerà ad aumentare almeno fino alla fine dell’anno, con Morgan Stanley che sostiene che lo spread supererà i 200 punti base.
In questo contesto, le scelte del governo e della maggioranza avranno un ruolo significativo. Il progresso del Pnrr, la prossima manovra finanziaria e la ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) possono mitigare o aggravare la tendenza innescata dalla politica monetaria. Risposte convincenti sulla politica economica potrebbero neutralizzare parte dell’aumento dello spread, mentre la litigiosità interna e l’interazione con il resto dell’Europa potrebbero invece innescare una nuova speculazione finanziaria.