L’omicidio di Elisa Claps: dalla scomparsa al ritrovamento del corpo – La storia dopo 30 anni
Sono trascorsi 30 anni dall’omicidio di Elisa Claps, una giovane adolescente di soli 16 anni, uccisa il 12 settembre 1993 a Potenza da Danilo Restivo, allora ventunenne. Questa storia è stata caratterizzata da numerosi colpi di scena ed è iniziata una domenica d’estate. Solo dopo 17 lunghi anni, il 17 marzo 2010, il corpo di Elisa è stato ritrovato nel sottotetto della canonica della chiesa della Santissima Trinità. Questo lungo periodo è stato un vero calvario per sua madre Filomena e per i suoi fratelli che ancora oggi lottano per ottenere verità e giustizia, sia per l’omicidio di Elisa che per gli inganni e i misteri che hanno accompagnato le indagini durate vent’anni.
La perizia autoptica ha accertato che la ragazza è stata uccisa in un tentativo di violenza sessuale. È stata colpita con tredici fendenti di un coltellino o di un altro oggetto tagliente come un taglierino, tra le 11.30 e le 13.10, dopo aver respinto un tentativo di approccio sessuale. Fin dall’inizio, i sospetti sono caduti su Danilo Restivo, un giovane che frequentava la parrocchia, che conosceva Elisa e che le aveva dato un appuntamento davanti alla chiesa quella mattina per darle un regalo. Una perizia ha rilevato la presenza del DNA di Restivo su un reperto biologico trovato sul maglione che la ragazza indossava quel giorno: una traccia di saliva mescolata al sangue di Elisa.
Quel giorno, Elisa Claps è uscita di casa insieme a un’amica, Eliana De Cillis. Restivo ha confermato di averla incontrata, ma ha sempre dichiarato che sono rimasti dieci minuti a parlare dietro l’altare, dopodiché la ragazza se n’è andata. Tornando a casa, Restivo si è ferito accidentalmente nel cantiere delle scale mobili, procurandosi una ferita alla mano.
Nel 1995, i giudici del Tribunale di Potenza non gli hanno creduto del tutto: nella sua ricostruzione mancavano un’ora e mezza di tempo, e così è stato condannato a due anni e 8 mesi di reclusione. Restivo ha lasciato Potenza ed è tornato alla ribalta dei media quando è stato sospettato dell’omicidio di Heather Barnett, una sarta inglese uccisa il 12 novembre 2002, che abitava di fronte alla sua casa a Bournemouth, nel Dorset. Anche in questo caso ha sempre proclamato la sua innocenza.
La svolta è arrivata con il ritrovamento dei resti di Elisa Claps nella chiesa della Trinità, in parte scheletrizzati ed in parte mummificati. L’autopsia ha stabilito che Elisa è stata uccisa proprio nel sottotetto, dissanguata per le ferite. Sulla sua chioma sono stati trovati dei tagli netti di ciocche di capelli.
Analogamente, sul corpo di Barnett è stata trovata una ciocca di capelli che non le apparteneva nelle mani. Queste somiglianze hanno aumentato l’attenzione su Restivo, e sono state riaperte le indagini sia in Inghilterra che in Italia. Nel 2010, la polizia inglese ha deciso di arrestare Restivo, anche se in precedenza, nel 2004 e nel 2006, era stato fermato e interrogato senza alcuna incriminazione formale. Il processo in Inghilterra si è concluso rapidamente, con Restivo condannato a 40 anni di reclusione.
Dopo il ritrovamento dei resti, sono stati fatti ulteriori progressi nelle indagini in Italia. Gli elementi investigativi, tra cui gli eventi di quella mattina e i dettagli dei tagli di capelli, si sono aggiunti alla prova del DNA. Nel novembre 2011, in primo grado, Restivo è stato condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Elisa Claps. Nel marzo 2013 è iniziato il processo di appello che ha confermato la sua condanna a 30 anni.
La famiglia Claps, che non si è mai arresa, ha sempre lavorato per ottenere giustizia per Elisa. Sono state sollevate domande sull’esito delle indagini e la madre, Filomena Iemma Claps, ha partecipato sia al processo in Inghilterra che a quello di Salerno.
Il caso Claps ha coinvolto ulteriormente il sistema giudiziario italiano con i procedimenti paralleli legati al presunto ritrovamento dei resti della ragazza avvenuto prima del 17 marzo 2010. Due donne delle pulizie della chiesa sono state accusate di aver trovato i resti di Elisa Claps nel sottotetto prima di tale data, senza informare le autorità. Nel 2015 sono state condannate per false dichiarazioni, ma nel 2018 il processo di appello si è concluso con la prescrizione del reato.
Recentemente, l’attenzione si è concentrata sulla riapertura al culto della chiesa della Santissima Trinità, evento a cui la famiglia Claps si è sempre opposta, ritenendo che nell’edificio ci siano ancora “verità sepolte”. Dopo i lavori di ristrutturazione e dopo 13 anni dal ritrovamento del corpo di Elisa Claps, la chiesa è stata restituita alla comunità dei fedeli il 24 agosto 2023.