Lorenzo Bruzzese, un pentito di ‘ndrangheta, affronta minacce per la sua testimonianza
Il collaboratore di giustizia Lorenzo Bruzzese ha denunciato di essere stato minacciato da due individui che lo hanno raggiunto nella sua località protetta e gli hanno intimato di non presentarsi in tribunale per un’udienza. Bruzzese ha reso la denuncia davanti al Tribunale di Palmi, dove si sta svolgendo il processo “Faust” contro la ‘ndrangheta. Durante l’incidente, avvenuto alcuni giorni prima dell’udienza del 20 settembre, i due uomini hanno bussato alla porta di Bruzzese e gli hanno detto di non temere per la sua incolumità, invitandolo però a ritrattare le sue dichiarazioni contro la ‘ndrangheta di Rosarno, fatte ai pubblici ministeri.
Nonostante l’episodio, stamattina Bruzzese si è presentato in tribunale per essere interrogato dal sostituto della Dda di Reggio Calabria e dal presidente del Tribunale di Palmi. Durante l’interrogatorio, ha confermato le accuse fatte contro la cosca Pisano, nota come “i Diavoli”, e ha spiegato le attività illegali della famiglia di ‘ndrangheta, tra cui traffico di droga, armi, estorsioni e usura.
Bruzzese, fratello del noto narcotrafficante internazionale Joseph Bruzzese, ha anche dichiarato di essere uscito dal programma di protezione previsto per i collaboratori di giustizia e di vivere senza alcuna tutela in una località segreta insieme alla sua famiglia.
Alla fine dell’udienza, l’avvocato di Bruzzese ha chiesto quali misure la Procura di Reggio Calabria intenderà prendere. In aula è stato spiegato che il verbale contenente le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sarà acquisito dalla Dda, che aprirà un’indagine sull’accaduto.