“Mamadou ricorda la strage dei ghanesi: un viaggio da Venezia a Castel Volturno”
Da Venezia a Castel Volturno, un viaggio che passa dal red carpet fino alla realtà cruda di una città. Mamadou, il protagonista del film Leone d’Argento “Io Capitano” di Matteo Garrone, ha vissuto un’esperienza incredibile. Dall’essere un capitano improvvisato di un barcone di migranti, è diventato un mediatore culturale e attivista nel Centro sociale Ex Canapificio di Caserta.
Mamadou ha sempre sostenuto gli stranieri e le loro storie di sofferenza e sfruttamento. Ha ammirato il coraggio di coloro che hanno deciso di lasciare le loro case per cercare una vita migliore in un altro paese. Questo perché ha vissuto sulla sua pelle l’angoscia del viaggio dalla Costa D’Avorio all’Italia e ha condiviso il dolore di tanti italiani vittime innocenti della criminalità organizzata.
Mamadou ha letto i nomi delle vittime ghanesi della strage camorristica di Castel Volturno davanti ai ragazzi della scuola media “Garibaldi”. Questi giovani studenti, molti dei quali figli di migranti, hanno ascoltato attentamente la storia di questi ragazzi e del loro viaggio attraverso l’Africa e la Libia per arrivare in Italia.
Conoscere queste storie è fondamentale per superare il razzismo e per far capire i sacrifici fatti da coloro che cercavano solo di migliorare le proprie vite e che invece sono morti qui. Mamadou ha voluto trasmettere questo messaggio ai giovani, affinché possano comprendere l’importanza di accogliere e comprendere gli altri, superando le divisioni create dal razzismo.
La storia di Mamadou è un esempio di come anche chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’immigrazione possa diventare un attivista per i diritti umani. La sua testimonianza e il suo impegno nel Centro sociale Ex Canapificio di Caserta rappresentano una speranza per un futuro migliore, in cui tutti possano vivere una vita dignitosa e senza discriminazioni.