Mario Draghi accetta l’incarico di Ursula von der Leyen nell’Unione Europea
Il Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto a Mario Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Draghi, ex premier italiano e già numero uno della Banca Centrale Europea, ha accettato l’incarico e si è detto sempre al fianco dell’Europa per le sfide che l’attendono.
Questa proposta è motivo di prestigio per l’Italia ed è stata avanzata già da alcuni giorni, ma è stata resa nota solo oggi, in un momento turbolento per le relazioni tra Roma e Bruxelles. Von der Leyen ha chiesto a Draghi di approfondire un tema di grande interesse comune, in un contesto geopolitico in rapida evoluzione, mettendo in luce come funzionano le relazioni che governano la competitività tra paesi o tra aree a livello globale.
Draghi avrà modo di esaminare questi concetti nel rapporto che gli è stato richiesto, un compito che ha suscitato grande curiosità tra coloro che si chiedono cosa riserverà il futuro all’ex premier, che non è mai stato del tutto convinto di un presente e di un futuro da “nonno d’Italia”, come si è definito lui stesso. Mentre Carlo Calenda immagina per Draghi un futuro a capo del prossimo Consiglio europeo, fonti vicine all’ex premier assicurano che collaborerà con una relazione apposita come richiesto, ma non è interessato a ricoprire incarichi istituzionali.
Per ora, Draghi è pronto a mettersi al lavoro per delineare il quadro del futuro della competitività in un momento difficile per il Vecchio Continente. Questo argomento è molto caro a “Super Mario”, come dimostrano le sue recenti dichiarazioni pubbliche. Nell’ultima intervista rilasciata all’Economist, Draghi ha sottolineato l’importanza di non tornare alle vecchie regole fiscali pre-pandemia e ha evidenziato la necessità di nuove regole nell’Eurozona e di una maggiore sovranità condivisa. Non è più immaginabile dipendere dalla Russia per l’energia, dalla Cina per l’export e dagli Stati Uniti per la sicurezza.
Per affrontare queste sfide, sono necessari ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione. Per farlo, è necessario superare le restrizioni di bilancio e le norme sugli aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in modo indipendente. Draghi propone di ridefinire il quadro delle politiche di bilancio dell’Unione Europea e i processi decisionali, attraverso regole severe che garantiscono finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili per consentire ai governi di reagire a shock imprevisti.
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