Meloni al derby dei miliardi: Falsi trionfano 40-8 contro autentici.

Il 6 settembre, Giorgia Meloni, premier, si presenta per presiedere le procedure di avvio del cosiddetto derby dei miliardi, ovvero la legge di Stabilità per il 2024, nota in passato come Finanziaria. Questa legge avrà una durata fino a dicembre e inizia con una distribuzione alquanto sbilanciata delle squadre in campo: quella dei miliardi richiesti dai partiti di governo è in netto vantaggio rispetto a quella dei miliardi effettivamente disponibili: 40 a 8. I partiti di opposizione (non ancora al governo) reclamano anche loro miliardi, ma sembra che saranno destinati a rimanere senza nulla.

Al governo ci sono politici che credono fermamente che stampare miliardi a debito sia sufficiente. Riten-gono che i miliardi a debito siano come le ciliegie, uno tira l’altro e il gusto aumenta. Un maestro in materia è Matteo Salvini, che continua a sostenere che l’Italia debba vedersi acquistare il suo debito pubblico e stampare denaro a debito, sia che sia al governo che all’opposizione. L’acquisto del consenso tramite il debito pubblico è una pratica comune per molti politici. Inoltre, vi è la propaganda quotidiana della coalizione di governo e le convinzioni profonde di alcuni personaggi come Schlein, Landini e Fratoianni.

Anche per la sinistra politica e sindacale, l’uso dei miliardi a debito è giustificato. L’unica differenza, forse non così rilevante, è che il sovranismo italiano ha inventato la storia che la perfida Ue ci impedisce di stampare e spendere miliardi. Questo accade nonostante l’Unione Europea abbia inviato all’Italia molti miliardi veri che non possono essere spesi senza essere dilapidati o dissipati. Il populismo di sinistra, invece, inventa raccolti fiscali inesistenti, tassazioni da raccogliere in modo eccessivo. Tuttavia, tali tasse sono destinate a colpire solo le piccole e medie imprese che dichiarano di vivere con meno di mille euro netti al mese. Secondo la sinistra, solo i “ceti meno abbienti” dovrebbero pagare tasse più elevate.

La gente, l’elettorato, è convinta che sia possibile andare in pensione a 60 anni o giù di lì, essere quasi esentati dalle tasse e ricevere pagamenti dallo Stato quando si ristruttura casa o essere risarciti per l’inflazione. Vi è un’opinione pubblica diffusa che permette tutto ciò. Tuttavia, tutte queste richieste e pretese contribuiscono a un aumento dei debiti e dei costi. Le famiglie stanno sperimentando una diminuzione dei consumi alimentari in quantità di circa il 10% nel solo anno in corso. Nonostante ciò, gli stessi euro vengono spesi (anzi, qualche euro in più) per acquistare il 10% di cibi in meno. Questa tendenza ha creato un aumento dei prezzi nelle spiagge, nei ristoranti, nei bar e in ogni negozio. Chi determina i prezzi ha dimostrato di approfittare dei costi maggiori delle merci e dei servizi per aumentare i propri profitti.

Si è verificato un trasferimento di ricchezza dal reddito fisso a quello dei venditori e dei fornitori di servizi, creando così una lacuna economica. Coloro che richiedono esenzioni fiscali e sostegni finanziari sono colpevoli di spazzolare i redditi di coloro che pagano tasse in misura minima o teorica. L’inflazione colpisce in modo disuguale e alcuni individui riescono a trarne vantaggio. La legge di bilancio pubblico per il 2024, come accade da diversi anni, sembra essere tollerante verso questo tipo di comportamento, dimostrandosi comprensiva, se non addirittura caritatevole, nei confronti di coloro che ne traggono benefici.

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