Messina Denaro, il boss sarà sepolto al cimitero: niente funerali
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è morto oggi, 25 settembre 2023, all’età di 62 anni. Era ricoverato presso l’ospedale San Salvatore a L’Aquila, nel reparto detenuti, a causa di un tumore al colon giunto al quarto stadio. Da tre giorni era in coma irreversibile a causa delle conseguenze del cancro. Gli specialisti della terapia del dolore lo hanno assistito fino all’ultimo, dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica. Il boss stesso aveva chiesto di evitare l’accanimento terapeutico, motivo per cui è stata interrotta l’alimentazione parenterale.
Ma chi era Matteo Messina Denaro? È stato ufficialmente inserito nella lista dei ricercati il 2 giugno 1993, accusato di quattro omicidi e di associazione mafiosa. A 31 anni, era considerato il leader indiscusso delle nuove generazioni di Cosa Nostra, colui che ha portato la mafia dal periodo delle stragi mafiose a quello degli affari. Prima di quel momento, non esistevano foto o impronte digitali di lui. L’ordine di cattura fu emesso dal gip dopo le accuse del collaboratore di giustizia Balduccio Di Maggio, lo stesso che aveva fatto arrestare il boss Totò Riina nel gennaio 1993. Tuttavia, il giovane Messina Denaro, che si faceva notare per i suoi abiti firmati e il Rolex al polso, era già sparito da diversi mesi, prima ancora dell’emissione del mandato di cattura, perché aveva intuito che la situazione stava diventando pericolosa.
Matteo Messina Denaro era accusato di decine di omicidi, incluso il coinvolgimento nelle stragi mafiose del 1992 e del 1993 in Italia. Di recente, la Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta aveva confermato la sua condanna all’ergastolo. In precedenza, era stato condannato per le stragi del 1993 a Firenze, Roma e Milano.
La notizia della sua morte ha fatto il giro del mondo. Non saranno celebrati i suoi funerali religiosi, come accade con tutti i boss mafiosi, poiché il questore di Trapani lo ha vietato. Questa decisione si basa sul fatto che Messina Denaro aveva espresso il desiderio di rifiutare ogni celebrazione religiosa, criticando duramente la Chiesa e dichiarando che il suo rapporto con la fede era puro, spirituale e autentico. Dopo l’autopsia all’Aquila, il corpo del boss verrà trasferito a Castelvetrano, nel Trapanese, dove verrà sepolto senza alcuna cerimonia al cimitero.