Morte di Giorgio Napolitano, primo Presidente rieletto al Quirinale

Giorgio Napolitano, scomparso oggi all’età di 98 anni, ha vissuto una vita dedicata alle Istituzioni per ben 70 anni, fino a raggiungere la massima carica della Presidenza della Repubblica. È stato il primo Presidente a essere rieletto dopo il settennato, prolungando il suo mandato di altri due anni. Ma questa non è stata l’unica “prima volta” nel suo curriculum.

Napolitano è stato il primo ex comunista a diventare Presidente della Repubblica, il primo ex comunista a essere nominato ministro dell’Interno e il primo dirigente comunista a essere inviato negli Stati Uniti.

Nato a Napoli il 29 giugno 1925, si è laureato in Giurisprudenza nel dicembre 1947. Fin da giovane è stato impegnato con i giovani antifascisti e si è iscritto al Partito comunista a vent’anni.

Nel 1953 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati, dove è stato sempre riconfermato, tranne che nella quarta legislatura, fino al 1996. Nel 1992 è diventato presidente della Camera, dopo l’elezione di Oscar Luigi Scalfaro come Capo dello Stato. Ha guidato l’Assemblea di Montecitorio nel periodo di Tangentopoli, tutelando le prerogative parlamentari.

Durante il suo mandato, ha difeso i principi di collaborazione tra Parlamento e potere giudiziario, esprimendo preoccupazione per i casi che li mettevano in discussione. Ha ricevuto scuse formali dal Procuratore di Milano, Francesco Saverio Borrelli, dopo avergli manifestato stupore e disappunto.

Napolitano ha confessato di aver vissuto momenti angoscianti come Presidente della Camera, come il suicidio del deputato socialista Sergio Moroni nel 1992. Ha ricevuto una lettera da Moroni prima del tragico gesto.

Durante il dibattito sulla fiducia al governo di Silvio Berlusconi, Napolitano ha sottolineato l’importanza di un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione, invitando all’azione e al confronto istituzionale.

Nel Partito comunista, Napolitano ha ricoperto vari incarichi, curando i rapporti con i Laburisti inglesi, i Socialisti francesi, i Socialdemocratici tedeschi e i Democratici statunitensi. Nel 1989 è stato nominato ministro degli Esteri nel “governo ombra” di Achille Occhetto.

Napolitano è stato un mediatore tranquillo, garantendo l’equilibrio istituzionale anche nei momenti critici. Ha guidato il governo tecnico di Mario Monti nel 2011 e ha accettato una rielezione nel 2013, superando lo stallo parlamentare.

Durante il suo mandato, ha sottolineato l’importanza delle riforme costituzionali e ha promosso il governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. Ha lasciato la Presidenza della Repubblica nel 2015, dopo nove anni di servizio.

Napolitano è stato anche un fervente europeista, testimoniato dalla sua visita a Sant’Anna di Stazzema nel 2013 insieme al Presidente tedesco Joachim Gauck, per commemorare le vittime dell’eccidio nazista. Ha avuto un rapporto speciale con Benedetto XVI, culminato nel concerto in Vaticano del 2013 in occasione dell’anniversario dei Patti lateranensi.

Con la sua dedizione alle Istituzioni e il suo impegno per la democrazia, Napolitano ha lasciato un segno indelebile nella storia italiana.

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