Nadef 2023: Giorgetti spiega le dismissioni per l’1% del Pil

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che il nuovo piano di bilancio prevede guadagni derivanti dalla vendita di asset pubblici pari all’1% del Pil nel periodo 2024-2026. Il rapporto tra debito pubblico e Pil è stato ridotto grazie alla recente revisione al rialzo delle stime del Pil nominale per il 2021 e il 2022, che ha portato il rapporto a fine 2022 al 141,7% rispetto al 144,4% stimato in precedenza. Tuttavia, il fabbisogno di cassa dovuto al Superbonus avrà un impatto negativo sulla dinamica del rapporto debito/Pil, mantenendolo al di sopra del 140% fino al 2026.

Il ministro Giorgetti ha sottolineato che l’indebitamento netto del settore pubblico e il fabbisogno di cassa sono stati influenzati dagli incentivi edilizi introdotti durante la pandemia, in particolare dal Superbonus. Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prezzi delle importazioni hanno avuto un impatto sul costo del finanziamento del debito pubblico e sul gettito delle imposte indirette. La revisione al rialzo delle stime degli incentivi edilizi comporta maggiori compensazioni fiscali e quindi un fabbisogno di cassa elevato per tutto il triennio coperto dalla prossima legge di bilancio.

L’aumento dell’impatto dei crediti d’imposta legati al Superbonus (1,1% del Pil) ha causato una revisione al rialzo dell’indebitamento netto previsto per quest’anno, che passa dal 4,5% al 5,2% del Pil. Tuttavia, il governo conferma la sua determinazione a ridurre gradualmente l’indebitamento netto della pubblica amministrazione e a riportare il rapporto debito/Pil al di sotto del livello pre-crisi pandemica entro la fine del decennio.

La riduzione del debito pubblico sarà raggiunta attraverso la vendita di partecipazioni societarie pubbliche e l’acquisizione di partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione dell’economia, come le reti di telecomunicazione. La Nadef, il nuovo piano di bilancio, tiene conto di una situazione economica e di finanza pubblica più delicata rispetto a quanto previsto inizialmente, con una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del Pil per il 2023 e il 2024. Tuttavia, le proiezioni per il 2025 e il 2026 rimangono sostanzialmente invariate o migliorate leggermente.

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