“Nadef 2023: Medici ospedalieri minacciano dimissioni di massa a causa della mancanza di risorse per il Servizio Sanitario Nazionale”
Mi chiedo come sia possibile investire sui contratti dei medici e sul Servizio Sanitario Nazionale se sono necessari circa 4 miliardi di euro solo per questi due settori, mentre la spesa per la sanità pubblica diminuirà nel 2024-2025 secondo l’analisi della Fondazione Gimbe sulla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023. Qualcosa non torna e questa analisi è molto critica: o qualcuno sta sbagliando a fare i calcoli o qualcuno sta comunicando informazioni errate. È un errore che ci interessa capire, ma se non verranno allocate risorse adeguate per la sanità, saremo costretti a dimetterci in massa. Siamo arrivati al limite”.
Così ha commentato Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale, l’analisi della Fondazione Gimbe sulla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023.
“Come si pensa di salvare una sanità in profonda crisi prevedendo ulteriori tagli?” ha commentato Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, la federazione sindacale che rappresenta oltre 14mila medici. “Gli aumenti richiesti dal Ministro della Salute Schillaci per il Fondo sanitario nazionale, seppur insufficienti, si sono scontrati con la realtà. Il risultato ottenuto nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, che prevede una riduzione di 2 miliardi di euro per la sanità pubblica, è un insulto per tutto il personale sanitario e per i pazienti”.
“Se è stato deciso che la sanità pubblica non è più sostenibile e sta fallendo, allora bisogna dirlo apertamente ai cittadini” ha sottolineato Quici. “Spieghiamo loro che da domani dovranno pagare anche per quelle poche prestazioni ancora garantite in tempi ragionevoli dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma è gravissimo dichiarare la sanità come una delle priorità del governo e poi voltare le spalle alle necessità di milioni di pazienti in attesa di cure”.