“Napolitano, Dominella: l’eleganza e l’estetica nel suo DNA”
Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e ex direttore di Altaroma, ha condiviso il suo ricordo del presidente emerito e della sua consorte, donna Clio Napolitano. L’uomo era noto per la sua classe ed eleganza, che facevano parte del suo dna. Non era mai sopra le righe, ma dava molta importanza all’apparenza come segno di distinzione e rispetto verso gli altri.
Dominella racconta che l’abito di una persona rifletteva la sua personalità. Il presidente emerito gli aveva confidato che l’abito fa il monaco e che già dalla sua esteriorità riusciva a farsi un’idea di come sarebbe stata la persona con cui avrebbe dovuto interagire. Era un uomo curioso, disinvolto e desideroso di conoscere, anche nel campo dell’alta moda. Era affascinato dal percorso di Giorgio Armani, considerandolo un grande stilista, manager e imprenditore.
Il presidente emerito non aveva esitato a chiedere consigli a Dominella. Un giorno gli aveva chiesto di smorzare il formalismo della giacca e della cravatta, perché si sentiva come un birillo quando era accanto agli altri colleghi sotto il tricolore. Dominella gli aveva suggerito di indossare dei gilet colorati sotto la giacca, e lui aveva accettato la sfida e il cambiamento.
Era un uomo di sinistra atipico, più simile a un gentiluomo aristocratico. Da giovane avrebbe voluto fare l’attore o il regista, e aveva una grande passione per la tradizione dei maestri sartoriali napoletani e per l’apparente semplicità di un abito. Non apprezzava il look di Silvio Berlusconi, considerandolo troppo vestito e esibizionista con i suoi doppiopetti gessati e le sue cravatte a fiori di Marinella.
Ma il presidente Napolitano non era solo virtuoso, aveva anche una debolezza: adorava i dolci, in particolare la bavarese. Quando si incontravano, Dominella gli regalava sempre una bavarese, e lui era felice di essere viziato, anche se solo per poche ore.