Nord Stream: L’accusa del Cremlino e le sue implicazioni

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che l’attacco terroristico ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, avvenuto un anno fa, è stato organizzato dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Peskov ha sottolineato che le informazioni raccolte dal giornalista americano Seymour Hersh coincidono sostanzialmente con quelle dei servizi segreti russi.

Secondo Hersh, dei sommozzatori della Marina statunitense, operando sotto copertura durante un’esercitazione NATO con la Norvegia nel Mar Baltico, avrebbero piazzato esplosivi sui due gasdotti nell’estate del 2022, ricevendo successivamente l’ordine di farli esplodere in risposta all’invasione della Russia. L’amministrazione Biden ha negato categoricamente queste accuse.

Durante una conferenza stampa, Peskov ha dichiarato: “Non sappiamo da dove il signor Hersh abbia ottenuto queste informazioni, ma in ogni caso, le informazioni che ha pubblicato coincidono con i dati dei nostri servizi speciali”.

Queste dichiarazioni sollevano nuovi interrogativi sulle relazioni tra Russia e Occidente e alimentano le tensioni già esistenti. L’attacco ai gasdotti ha avuto gravi conseguenze economiche e politiche, con l’interruzione dell’approvvigionamento di gas verso l’Europa.

È importante sottolineare che l’amministrazione Biden ha negato qualsiasi coinvolgimento in questo attacco terroristico. Tuttavia, le dichiarazioni di Peskov sollevano dubbi sulle reali dinamiche geopolitiche in atto.

La verità su questo attacco terroristico potrebbe rimanere avvolta nel mistero, ma è certo che ci troviamo di fronte a una situazione di grande complessità e delicatezza. Sarà importante seguire gli sviluppi futuri e cercare di capire quale sia la verità dietro a queste accuse.

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